martedì 21 aprile 2015

PET THERAPY: UN ANIMALE PER OGNI ESIGENZA



“Avere un cane può avere un effetto cuscinetto nei confronti degli eventi stressanti della  vita” (Siegel, 1990)

Fin dall’antichità gli animali erano venerati come esseri dotati di poteri soprannaturali e divini in grado di curare l'uomo. Oggi questo è reso possibile nella “Pet therapy”. Tale  termine, coniato nel 1953 dallo psichiatra infantile Boris Levinson, indica una serie complessa di interventi volti a migliorare la salute psicofisica dell'uomo e basati sull'utilizzo del rapporto uomo-animale.
Ma perché l’animale fa del bene all’uomo?
Grazie al contatto con l’animale, nell’uomo si verifica una diminuzione del ritmo cardiaco e di quello respiratorio, della pressione arteriosa e del tono muscolare, ed una variazione delle onde elettroencefalografiche. Un altro meccanismo d’azione che agisce nella pet therapy è quello relativo alla stimolazione psicologica: relazionarsi con un animale apporta dei miglioramenti nella sfera cognitiva, nonché la messa in atto di comportamenti prosociali e la creazione di relazioni interpersonali.
Ma quali sono gli animali “curatori dell’uomo”?
Nella pet therapy vengono impiegati animali diversi in base all’esigenza della persona, poiché ogni animale ha un “potere” diverso. 
· Cani. Considerati amici dell’uomo per definizione, i cani rafforzano l’autostima, fungono da catalizzatore nelle cure dei disturbi emotivi e come base affettiva sicura in situazioni di disagio sociale o relazionale. I cani sono coinvolti in interventi con anziani ospiti di case di riposo, disabili, persone con sindrome autistica, bambini con difficoltà comportamentali, singolarmente o in gruppo.
· Gatti. I principali benefici ottenibili dalla compagnia e dal contatto fisico con un gatto riguardano la sfera dei disturbi stress-correlati, disturbi depressivi, sindrome ansiogena e problematiche comunicativo-relazionali. A differenza del cane, la difficoltà del gatto a fidarsi ed affidarsi all’essere umano stimola la costanza nei rapporti, l’autocontrollo, l’impegno prolungato per ottenere risultati tangibili.
· Cavalli. Questi animali vengono utilizzati soprattutto come aiuto nella cura di disturbi muscolari, neurologici, post-trauma e nelle disabilità con forte componente fisica, anche se, in virtù del rapporto instaurabile con il cavallo, si possono prevedere anche interventi per casi di disagio e disturbi emotivo-relazionali.
· Asini. L’onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino, quali la piacevolezza al tatto, la lentezza dei movimenti, che tendono alla ripetizione monotona, per creare un tipo di relazione rassicurante e progressiva, motivo per cui viene destinata principalmente a persone con disturbi psichiatrici o comportamentali e disabili motori.
· Uccelli. Principalmente pappagallini e canarini, in virtù della potenzialità a stimolare l’allegria e a migliorare l’umore, vengono impiegati per la riduzione dell’aggressione (ad esempio nelle carceri).
· Delfini. Il delfino è un mammifero estremamente evoluto, in grado di riconoscere e interpretare il linguaggio del corpo e soddisfare i bisogni comunicativi anche quando problematici. Anche per essi la funzione principale è quella di destare gioia ed allegria, soprattutto per soggetti in età evolutiva, possono essere inseriti in interventi destinati a persone con disturbi emotivi e relazionali, a persone con sindrome autistica, a persone con problemi nella sfera affettiva.  
· Pesci e tartarughe. Impiegati nelle sindromi collegate allo stress, pesci e tartarughe sono calmanti in grado di ridurre l’ansia e i sintomi depressivi. In generale il loro accudimento facilita una presa in carico di responsabilità e riduce il senso di inadeguatezza. 
Anche se la pet therapy ha effetti benefici sulla persona, è bene precisare che si tratta di una terapia supportiva e non alternativa, in quanto va integrata a quelle tradizionalmente usate.

Dott.ssa Federica Ceccomancini