mercoledì 20 maggio 2015

STELLE SULLA TERRA



TRAMA

Prodotto in India nel 2007, “Stelle sulla terra” racconta la storia di Ishaan Awasthi (Darsheel Safary), un bambino di otto anni con gravi difficoltà scolastiche perché dislessico. Il bambino è un bravo pittore pieno di gioia di vivere ma viene continuamente preso in giro dai maestri e dai compagni di scuola. A casa suo padre (Vipin Sharma), ossessionato dalla carriera e dal successo, è orgoglioso del primogenito Yohan (Sachet Engineer), il quale prende buoni voti ed è un bravo atleta. La madre di Ishaan (Tisca Chopra) gli vuole bene ma non sa cosa fare con il bambino. Quando gli insegnati dicono comunicano ai genitori di Ishaan che il bambino sarà bocciato di nuovo, il padre decide di mandare il figlio in collegio, credendo che l’ambiente severo riesca a disciplinare suo figlio. Ishaan vive questa nuova situazione come una punizione e soffre molto la mancanza della famiglia. Inoltre anche nel nuovo istituto il bambino non riesce a fare progressi e inizia a chiudersi in sé stesso e a isolarsi dai compagni. Un giorno però le cose cambiano quando arriva in collegio il supplente dell’insegnante di arte, il professor Ram Shanker Nikumbh (Aamir Khan), che insegna anche in una scuola per i bambini disabili. L’uomo si accorge subito della profonda infelicità di Ishaan e che il bambino rischia di cadere in depressione. Analizzando bene i suoi quaderni, Ram si accorge che il bambino è dislessico. Decide così di visitare la famiglia di Ishaan e di parlare di dislessia nella classe, spiegando come persone famose e di successo in realtà erano dislessiche. Ram confessa a Ishaan che anche lui da bambino era dislessico e decide di intraprendere con lui un percorso di riabilitazione della lettura e della scrittura. Inoltre l’insegnante indice una gara di pittura per tutta la scuola per permettere a Ishaan di mostrare la sua grandissima abilità in questo campo. Così pian piano il piccolo protagonista riscopre la gioia di vivere.
TEMATICHE
“Stelle sulla terra” permette di riflettere su una serie di tematiche.
1. DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE. In primis emergono le difficoltà scolastiche che un bambino dislessico deve affrontare.
Uno primo scoglio di un dislessico, e di Ishaan in questo caso, è l’incapacità di leggere in maniera adeguata. Infatti, all’inizio del film, quando la maestra chiede al protagonista di leggere la frase scritta alla lavagna, viene fatto vedere come le lettere viste da un dislessico si muovono, cambiano posizione all’interno della parole, mandando la persona in
confusione. Infatti nel momento in cui Ishaan dice alla maestra che le lettere si muovono e lei lo incita a sforzarsi di leggere, il bambino va in confusione totale e inizia ad urlare. Ishaan dimostra anche disabilità matematiche. Quando deve risolvere un’operazione matematica, il bambino attua un ragionamento completamente errato, che viene mostrato allo spettatore per mezzo di un cartone animato: Ishaan immagina di pilotare una navicella spaziale all’interno dello spazio dove ci sono due pianeti, un 9 e un 3 che deve addizionare, e per farlo lui abbatte con la sua navicella il pianeta 9 lasciando solo il 3. Quindi considera il 3 il risultato dell’operazione, sbagliando. Nella seconda parte del film invece, vengono mostrate le difficoltà di scrittura che ha un bambino dislessico: ad esempio Ishaan scrive la lettera s al contrario, confonde la b con la d. Questi errori, come fa notare il maestro Ram ai genitori del piccolo protagonista, si ripetono in maniera sistematica: Ram fa notare che Ishaan non è incapace di apprendere, ma impara solo in maniera sbagliata, ed è proprio lì che bisogna andare a lavorare.
2. DIFFICOLTA’SOCIALI. A causa delle sue difficoltà scolastiche Ishaan ha anche difficoltà a relazionarsi con i compagni, fattore che emerge sempre di più nel corso del film. Ad esempio all’inizio c’è una scena in cui la maestra, dopo che il bambino non riesce a leggere bene, lo caccia fuori dall’aula. Lì passano tutti i compagni di scuola che lo prendono in giro dicendogli che ormai ha fatto l’abitudine a star fuori la classe. Stessa cosa si ripete anche in collegio: quando il maestro chiede ad Ishaan di dire il significato della poesia letta da un compagno, lui non è in grado di ripeterla per bene, scatenando la derisione generale dei compagni dei classe. È a questo punto che il protagonista inizia rifiutare ogni contatto con gli altri bambini eccetto che con il compagno di classe, che non può camminare.
3. DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE. Oltre a non essere accettato dagli altri bambini, a gravare sulla situazione di Ishaan è la mancata comprensione da parte degli adulti, da coloro che essendo grandi dovrebbero capirlo e sostenerlo. In primis gli insegnanti, che sia nella vecchia che nella nuova scuola lo considerano un ritardato. A non comprenderlo però sono soprattutto i genitori, che considerano Ishaan svogliato e si arrabbiano con lui a tal punto da mandarlo in collegio perché esasperati. A tal proposito degna di nota è una scena in cui Ishaan e la mamma stanno facendo i compiti di inglese e il bambino sbaglia a scrivere tutte le parole per l’ennesima volta e la madre lo rimprovera lamentandosi del suo mancato impegno, dicendogli “l’abbiamo studiato anche ieri, perché sbagli ancora? Perché non ti impegni? Vuoi essere bocciato ancora?”.
4. DISAGIO PSICOLOGICO. Dietro alle mancate relazioni di Ishaan con i compagni e alla non comprensione dei genitori, certamente c’è un profondo disagio da parte del piccolo protagonista. Il bambino diventa inconsolabile, si chiude in sé stesso e rifiuta tutto ciò che è divertimento. A tal proposito emblematica è la scena in cui arriva in classe il maestro Ram vestito da pagliaccio incitando tutti i bambini a cantare e a ballare e Ishaan rimane seduto sulla sedia a fissare il banco immobile.

RIFLESSIONI E CONCLUSIONI

Effettuando un’analisi generale del film si può affermare l’intera storia si evolve da una condizione negativa ad una positiva grazie all’arrivo maestro Ram. La mancata comprensione dei problemi di Ishaan da parte degli insegnanti e dei genitori, il rifiuto dei compagni e il suo atteggiamento negativo nei confronti della vita mutano radicalmente con l’intervento
dell’insegnante. Il maestro Ram, influenzato anche dalla sua storia personale, rappresenta una sorta di angelo per Ishaan, in quanto prende a cuore la sua situazione, lo aiuta ad imparare a leggere e a scrivere correttamente oltre che a sviluppare la sua capacità nascosta, la pittura. A tal proposito si può affermare che il film è diviso in due parti: cosa non fare con un bambino dislessico nella prima parte e cosa invece fare in una situazione del genere nella seconda parte.
In conclusione “Stelle sulla terra” è un film realista e ottimista nello stesso tempo. Realista in quanto il film rappresenta alla perfezione la condizione in cui si trova un bambino dislessico e fornisce una sorta di guida sui comportamenti da adottare. Inoltre il regista manda un messaggio forte e chiaro: la dislessia non è un ritardo mentale, è un disturbo dell’apprendimento che però rimane sempre. Chi ne è affetto è un bambino sano che bisogno di imparare le lettere e i numeri in maniera differente dagli altri. “Stelle sulla terra” è anche un film positivo perché se si comprende subito la difficoltà di un bambino dislessico e si interviene in maniera mirata, la convivenza di un ragazzino con questo problema diventa più semplice. Quindi il film manda certamente un messaggio di speranza per tutti coloro che si trovano ad affrontare una situazione simile.

Dott.ssa Federica Ceccomancini 

Laureata in Psicologia all'Università Chieti-Pescara e tirocinante alla Obiettivo Famiglia Onlus

LA PELLE CHE ABITO



La pelle che abito è un film del 2011 diretto dal regista Pedro Almodóvar, basato sul romanzo "Tarantola" di Thierry Jonquet.
La storia è incentatrata sulla vita del chirurgo Robert Ledgard, il quale vive nella sua lussuosa casa in compagnia di Vera, una bellissima ragazza per la quale sembra avere una vera e propria ossessione, tenendola rinchiusa in una stanza, vestita solo di un body color carne e osservandola tramite delle telecamere; inoltre sperimenta su di lei un prototipo di pelle, ottenuta con un processo di transgenesi segreto ed illegale, trattandola come una vera e propria cavia da laboratorio. Anche la ragazza sembra però avere dei comportamenti strani, strappa i vestiti che le vengono dati e utilizza i cosmetici non per truccarsi ma per riempire le pareti della stanza di scritte e singolari disegni. Tutto appare ambiguo e incomprensibile, ma con lo scorrere dei minuti si comprende che la storia di Robert e Vera è segnata da un passato oscuro, fatto di morti violente, sofferenza e vendetta.
Almodóvar trae ispirazione ad un racconto cupo, in cui può sembrare che nessuno dei protagonisti sia innocente e buono, ma attraverso varie scene cerca  di dare voce a differenti forme di sofferenza psicologica, dall'abuso di sostanze stupefacenti, alla violenza sessuale, fino alla psicopatia.
Ma analizziamo passo per passo i diversi temi chiave di questo film:

IL TRAUMA: sono tutti quegli eventi che hanno un tale carico emotivo da irrompere nella vita delle persone e cambiarne il corso. Nel film appare emblematico il suicidio della moglie di Robert, la quale, dopo essere sopravvissuta ad un incendio, vedendo la sua immagine per la prima volta riflessa nel vetro di una finestra, impazzisce e si suicida gettandosi nel vuoto, proprio sotto gli occhi di sua figlia. Questo episodio mostra anche come un trauma, il suicido della donna, possa generarne uno nuovo, in questa caso infatti la figlia sviluperà una tale sofferenza psicologica che, a seguito di altri eventi traumatici, la condurrà al suicidio, ripetendo esattamente la morte della madre.

LA VIOLENZA: predomina incontrastata nell'intero film, funge da "colonna sonora" che invade l'animo umano di ogni songolo personaggio. Una violenza a catena in un continuo ribaltamento di ruoli vittima-carnefice; come la violenza sessuale che Zeca, fratellastro di Robert, esercita su Vera,la donna tenuta prigioniera dal chirurgo; l'omicidio dello stesso Zeca per mano del fratellastro; lo stupro di cui è vittima Norma, la figlia di Robert, da parte di Vincent, ed infine la  forte violenza psicologica e fisica che Vincent/Vera subisce dallo stesso Robert attraverso continue sperimentazioni e trasformazioni chirurgiche inflitte al suo corpo.

LA FOBIA SOCIALE: viene portata in scena dalla figlia di Robert, Norma, la quale sviluppa tale patologia dopo la morte della madre. La ragazza mostra infatti un forte stato ansioso nel quale il contatto con gli altri le provoca una paura intensa e pervasiva. La situazione di Norma precipiterà in seguito ad altri eventi traumatici, fino a sviluppare una forte repulsione per suo padre, identificandolo come il suo aggressore.

LA TOSSICODIPENDENZA: nel film viene presentata attraverso la vita di Vincent, un ragazzo che fa uso abitudinario di ecstasy, e che proprio sotto l'effetto di tale sostanza tenterà di violentare Norma.

LA PSICOSI: incarnata perfettamente dalla fiugra di Robert, un personaggio colmo di vendetta, odio e sofferenza, che sembra ritrovare "pace" solo attraverso l’utilizzo dell’altro come strumento per soddisfare i propri bisogni. Robert, senza nessuno scrupolo ed etica, trasforma Vera/Vincent in un "oggetto-manichino" guidato da un insaziabile sete di giustizia privata. L’essenza della sua perversione è proprio quello di spogliare la persona che ha di fronte di ogni emozione e pensiero, annientando la sua umanità.

LA DISFORIA DI GENERE: in questo caso presentata paradossalmete all'opposto, ovvero il regista espone tale tematica attraverso la storia di Vera/Vincent, una persona perfettamente a suo agio con il proprio corpo d'origine, ma che sarà costratta ad "abitare" una pelle non sua.

LA BIOETICA: aspetto essenziale è appunto la contrapposizione tra il progresso scientifico e tecnologico a cui corrisponde un decadimento dell'animo umano, indifferente alla dignità umana e ai limiti della follia.

LA FIGURA MATERNA: una figura chiave del film, che viene presentata dal regista attraverso due tipi differenti di maternità. Il primo tipo attraverso la figura di Marilia, madre sia di Zeca che di Robert, ma che i due ne ignorano il fatto. Marilia è un tipo di "madre-complice", che appare inerme di fronte alla sofferenza e alla follia dei suoi figli, e non può fare altro che assecondarli.
Il secondo tipo di maternità viene invece incarnato dalla madre di Vincent, una donna premurosa, che non smette di cercare il figlio scomparso, una madre che non smette di sperare e che è pronta ad accogliere suo figlio quando farà ritorno.

Qui sono state descritte solo alcune delle tematiche presenti nel film, ma potrebbero emergere ulteriori interpretazioni. Ciò che sicuramente si impone all'attenzione dello spettatore è il fatto che tutti i personaggi siano stati costruiti per interpretare la parte dell'antieroe, alla fine del film ci si chiede "ma qualcuno o qualcosa di buono c'è?".
Forse l'aspetto più crudo e sorprendente di questa storia è proprio il fatto che non c'è un buono e un cattivo con cui identificarsi, ma semplicemente l'uomo, con tutte le sue contraddizioni, le brutture e le sofferenze, un uomo che a volte può allontanarsi da ciò che più lo rende umano, ma che sa anche amare, sopravvivere al dolore, far ritorno a casa e riprendere in mano la propria vita.

Dott.ssa Valentina D'Alessio 

Laureata in Psicologia all'Università Chieti-Pescara e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus