In una società come quella occidentale, nella quale
per inserirsi lavorativamente ed essere riconosciuti socialmente bisogna
formarsi per l’intera esistenza ed essere super-specializzati, quali sono le
risorse personali chiamate in causa? Quali le conseguenze a livello psichico e
comportamentale?
La nostra è senza dubbio una società in cui, per
sperare di riuscire, bisogna perfezionare le proprie conoscenze e competenze;
il mondo del lavoro e gli studi superiori contribuiscono a rafforzare le
tendenze perfezionistiche e istigano la persona ad approfondire specifici
settori oltre che a “collezionare” titoli con il massimo dei voti e questo
perché “sapere tutto” o, in ogni caso, più degli altri è diventato
indispensabile per sfondare nel proprio campo di interesse.
Ma cosa si intende per
perfezionismo? In che modo esso influisce nella nostra vita?
Il perfezionismo è un tratto molto importante della
nostra personalità. Essere perfezionisti, infatti, equivale ad essere accurati
in ciò che facciamo, ad essere efficaci e a sfidare se stessi ponendosi
specifici obiettivi da raggiungere. Tale tratto, quindi, può migliorare il
nostro operato e renderci soddisfatti di noi stessi, contribuendo ad aumentare
la nostra autostima nel momento in cui i risultati raggiunti coincidono con gli
obiettivi che ci eravamo posti.
“La perfezione ha un grave difetto; ha la tendenza ad
essere noiosa” (William
Somerset Maugham)
Tuttavia il perfezionismo può assumere proporzioni
esagerate e diventare una vera e propria patologia nel momento in cui si
trasforma in ossessione. Le conseguenze di tale trasformazione possono essere
devastanti per la persona interessata, così come per coloro che le stanno accanto.
Ma esistono diverse tipologie di
perfezionismo? La risposta è sì
Il perfezionismo, infatti, può essere orientato verso
se stessi, verso gli altri o verso l’ambiente sociale; ognuna di queste
tipologie comporta specifiche conseguenze positive e/o negative.
Il perfezionismo rivolto verso se stessi non implica
necessariamente lo svilupparsi di una patologia, ma può provocare un forte
stress nell’individuo che, nei casi limite, potrà porsi obiettivi
irraggiungibili che lo condurranno ad una svalutazione di Sé.
Il perfezionismo verso l’ambiente sociale consiste
nella tendenza a raggiungere la perfezione per soddisfare aspettative del mondo
esterno e potrà avere come conseguenza l’incapacità di leggere i propri
desideri.
Infine, la terza tipologia e, quindi, quella del
perfezionismo rivolto verso gli altri, potrà avere degli effetti devastanti, in
particolare nelle relazioni, poiché la persona tenderà a svalutare e criticare
continuamente il proprio partner.
Il perfezionista patologico, quindi, avrà delle aspettative
irrealistiche associate ad obiettivi irraggiungibili che comportano la sfiducia
in se stessi; al contempo sarà particolarmente sensibile alle critiche ed avrà
il timore di fallire.
Le origini di tali tratti patologici ci riconducono al
vissuto della persona, ovvero alle dinamiche sociali e familiari.
La famiglia e la società possono, infatti, aver
effettuato sin dall’infanzia specifiche pressioni sulla persona che potrà
essersi adattata portando sempre più l’attenzione alle aspettative esterne
piuttosto che ai propri desideri. Tale dinamica, cruciale per lo sviluppo di
disturbi quali quello del perfezionismo patologico, facilita lo svilupparsi
dell’idea che avere il totale controllo del mondo circostante e, quindi, dei
propri comportamenti, possa evitare imprevisti e situazioni fuori programma che
potrebbero far sentire la persona vulnerabile e, quindi, a rischio.
Ma allora, quali sono le condizioni
che ci fanno comprendere che il perfezionismo sia diventato una vera e propria
patologia?
Il film “Qualcosa è cambiato”, interpretato
sapientemente da Jack Nicholson, può dare un’idea di come la perfezione possa
trasformarsi in ossessione e compulsione e, in tal modo, interferire
notevolmente con tutte le attività quotidiane della persona.
È possibile dunque comprendere quando il semplice
perfezionismo sta diventando una patologia nel momento in cui esso interferisce
con le più semplici attività quotidiane e coinvolge coloro i quali sono vicini
alla persona interessata.
In virtù di ciò che è stato detto, le patologie
maggiormente associate al perfezionismo patologico sono principalmente
tre: il disturbo ossessivo-compulsivo; l’ansia sociale e la depressione
Il primo ha alla base l’esigenza di controllo degli
oggetti e del propri gesti; l’ansia sociale, in questi casi generata da una
eccessiva paura del giudizio altrui, limita notevolmente i contatti con gli
altri e, infine, la depressione può essere causata dalla svalutazione di Sé e
dalla perdita di autostima conseguentemente all’impossibilità di raggiungere i
propri obiettivi.
Se da un lato, quindi, essere perfezionisti può
aiutarci a migliorare la nostra vita facendoci raggiungere obiettivi che ci
faranno essere fieri di noi, dall’altro è importante non esagerare e, ogni
tanto, prendersi il lusso di essere un po’ imperfetti!