Il
90% dei presidi delle scuole italiane ritiene che il cyberbullismo
sia più grave del bullismo tradizionale. Risulterebbe, infatti, più
doloroso e avrebbe conseguenze più rapide e durature sulla
reputazione personale delle vittime. Eppure, l'81% dei dirigenti
scolastici riferisce che i genitori tendono a minimizzare il
problema, giudicando il bullismo digitale poco più che uno "scherzo
tra ragazzi”. È il risultato della ricerca: “Verso un uso
consapevole dei media digitali”, realizzata dal Censis in
collaborazione con la Polizia postale. L'indagine ha coinvolto 1.727
dirigenti scolastici delle scuole medie e superiori di tutta Italia.
Il
77% dei presidi ritiene che il cyberbullismo sia un vero e proprio
reato. Inoltre, per l'89% degli intervistati questo fenomeno risulta
più difficile da individuare rispetto al bullismo tradizionale,
perché gli adulti sono esclusi dalla vita online degli adolescenti.
Il 52% ha, quindi, riferito di aver dovuto gestire personalmente
episodi di cyberbullismo, il 10% casi di sexting – ossia l'invio
telematico di foto o video sessualmente espliciti - e il 3%
situazioni di adescamento online. Nel 51% dei casi è stato
necessario rivolgersi alle forze dell'ordine. Ma data la tendenza dei
familiari dei bulli a sottovalutare la gravità del fenomeno, per il
49% dei presidi la maggiore difficoltà da affrontare consiste
proprio nel far comprendere ai genitori la serietà dell'accaduto.
Per
il 77% dei dirigenti scolastici internet rappresenta l'ambiente in
cui le vessazioni fra adolescenti sono più frequenti. Sul web
episodi di bullismo si verificherebbero più spesso che nei luoghi di
aggregazione giovanile (47%), nel tragitto tra casa e scuola (35%) o
all'interno della stessa scuola (24%). Ma qual è l'identikit del
cyberbullo? Per il 70% dei presidi non esistono differenze tra maschi
e femmine, per il 19% i responsabili degli episodi di bullismo sono
in prevalenza le ragazze, mentre per l'11% soprattutto i ragazzi.
L'indagine
evidenzia che il 39% delle scuole ha già attuato alcune delle azioni
specifiche contro il cyberbullismo, previste dalle linee di
orientamento del Ministero dell'Istruzione. Il 63%, invece, intende
farlo nel corso di quest'anno scolastico. Ma nel 36% degli istituti
la partecipazione non va oltre la metà dei genitori e nel 59% dei
casi si ferma solo a pochi genitori. Solo il 10% delle scuole ha un
vero e proprio programma di monitoraggio, basato su questionari
rivolti a studenti e genitori.
http://www.salute24.ilsole24ore.com/articles/18570-cyberbullismo-per-il-90-dei-presidi-e-piu-grave-di-quello-tradizionale
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