Improvvisamente il partner scompare. Non risponde più al telefono, non legge i messaggi, cestina le email e rifiuta ogni contatto delegando al silenzio totale la notizia del suo definitivo distacco. Ci sono storie in cui torni a casa da un viaggio di lavoro e la trovi svuotata senza un motivo, senza un biglietto.
Lui, o lei, si è portato/a via tutto il possibile ed è svanito/a chissà dove. Al suo posto si materializza il dolore, il pensiero urla al suo posto, il cuore accelera al punto da sembrare poi fermo come una massa esteriore, un peso, una malattia.
Di
colpo, la vita è crollata sotto il peso di una domanda che non avrà
seguito:
perché qualcuno che diceva di amarti e con cui pensavi di
trascorrere il resto della tua vita si dilegua senza lasciare
traccia?
I
sentimenti di vergogna, umiliazione, disorientamento e di
prostrazione di chi subisce un abbandono così drastico sono immani,
soprattutto nei casi in cui il/la partner svanisce senza aver dato in
precedenza sentore di una scissura così violenta e magari, sino al
giorno prima, è apparso “normale” e impegnato nella coppia.
È
uno shock paragonabile ad un lutto improvviso quello che colpisce
uomini e donne esiliati senza appello e senza spiegazione dalla
dimensione relazionale che chiamavano amore, un tradimento terribile.
Forse
si tratta di uno dei traumi psicologici più violenti in età adulta,
perché implica, nel vissuto della “vittima”, un disconoscimento
assoluto dei suoi sentimenti e della sua identità, e la
cancellazione abrasiva delle sue convinzioni e dei suoi valori. È
difficile reagire a un messaggio di annullamento totale di questa
portata.
Il
“Ghosting”.
Purtroppo
la chiusura improvvisa e radicale dei rapporti sentimentali è tanto
frequente da aver ricevuto il “battesimo” da psicologi e
sociologi anglofoni: lo chiamano “ghosting”, da “ghost”,
fantasma.
In
effetti,l’altro
diventa un ectoplasma e si comporta come se non fosse mai esistito
senza
preoccuparsi che in questo modo degrada anche il/la partner
abbandonata/o allo stato disperante della mancanza di senso,lo/la
relega ad una specie morte vivente.
Chi
è lasciato si trova costretto a rintracciare faticosamente un
significato nel puzzle ormai sparso in migliaia di pezzi della storia
finita.
Deve
riconsiderare i più piccoli gesti, le microscopiche anomalie della
quotidianità interrotta calandosi nella memoria, improvvisamente
paludosa e inospitale della sua vita. Una
ricerca immensamente dolorosa da fare a da accettare.
Le
reazioni di chi è lasciato.
Allora,la
reazione più comune è la ricerca di un/una colpevole, qualcuno che
abbia sottratto il partner con la fascinazione e con l’inganno.
Rabbia e sgomento, rivalsa e vendetta animano in molti casi disperati
tentativi di riconquista a base di investigazioni
private motivate dall’illusione della riconquista una
volta smascherato/a il/la crudele rivale.
A
volte,il
percorso che riporta alla realtà le vittime di ghosting
può
essere impervio e struggente, e ricondurre sempre al punto iniziale,
alla necessità di lasciare andare chi è fuggito,
prendendosi le proprie responsabilità e, allo stesso tempo,
accettando di assegnagli/le le proprie.
Le
motivazioni taciute di chi lascia.
Generalmente, dietro il ghosting
non
ci sono predatori emotivi né megere dispotiche, i cosiddetti “rovina
famiglie”, ma solo la
volontà deliberata di chi è sparito di sparire. Non certo in
funzione di una nuova storia d’amore.
Ovvero, l’eventualità che il partner abbia cominciato un nuovo
rapporto è conseguenza e non causa del ghosting.
Quello
che le vittime non conoscono è il disagio prolungato, la reiterata
incompatibilità valoriale,il sentimento controllato di asfissia in
una relazione avvertita silenziosamente e per anni come
insoddisfacente e rimasta in piedi solo per amore.
Sì, solo per amore.
L’amore
non basta.
Sino poi a scoprire
che l’amore non basta e
non sapere come fare a spiegarlo al partner, agli amici, ai parenti.
La
sola via d’uscita è, appunto, diventare fantasmi per sopravvivere
al fallimento che nessun altro riconosce ed evitare il ginepraio di
chiarimenti, accordi, esplicitazioni che verrebbero confutati dalla
diversa realtà di coppia in
cui il compagno o la compagna che si lascia crede di vivere.
Oltre
le “vittime”, oltre i “carnefici”.
Chi interrompe in modo così traumatico un amore non lo fa a cuor
leggero, anche se lo
stereotipo corrente condanna senza appello gli uomini e le donne che
osano sparire e li marchia sommariamente a fuoco con la lettera
scarlatta del Narcisismo patologico.
La
decisione di andarsene è spesso, invece, espressione di una profonda
dipendenza affettiva da parte di chi si eclissa e, in un gioco di
specchi, la soluzione estrema a una relazione diventata arida e
procedurale, dove l’infelicità è stata troppo a lungo negata e
subita per compiacere l’esigenza dell’altro di
un rapporto perfetto e inossidabile per quanto bloccato a casa, a
letto, in famiglia e in società.
L’amore
è una condizione necessaria perché due persone si uniscano, ma non
basta.
Alla coppia serve molto di più, ma in molti casi, troppi in realtà,
si è sprovvisti di questo “di più” o, semplicemente non si
immagina neppure di cercarlo, abbagliati dall'utopia che l’amore
sia sufficiente …
“L’amore
non basta” è l’epigrafe non scritta del ghosting,
l’insegna indicibile di coppie che si amano troppo, ma che non sono
riuscite a comunicare, a sviluppare valori comuni e capitalizzarli in
prospettive future realistiche e positive.
Coppie
che hanno creato pseudo-realtà pseudo-condivise e si sono scontrate
con la presa di coscienza di uno solo dei due, con l’esame di
realtà di uno solo dei due:quello
che è andato via, e che ha portato con sé il proprio dolore, per
farsene carico senza farne parola e
non sapendo più come sopportare l’infelicità di entrambi.
FONTE:
http://enricomariasecci.blog.tiscali.it/2016/04/04/quando-laltro-ti-lascia-allimprovviso-il-ghosting-e-le-sue-ragioni-silenziose/
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