giovedì 12 maggio 2016

STALKING: NON È AMORE, NON È ROMANTICO, NON È OK


I necrologi delle donne che sono morte e le testimonianze delle donne che sono sopravvissute, dicono una cosa sola NON E’ AMORE.
Stalking deriva dal verbo inglese to stalk “fare la posta” .
Denota infatti un comportamento ossessivo che comprende:
  • l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti.
  • l’interferenza ripetuta nella vita privata di una persona, con comunicazioni intrusive (telefonate, lettere, sms, e-mail e perfino graffiti o murales)
  • pedinamenti
  • comportamenti di confronto diretto, quali visite sotto casa o sul posto di lavoro, minacce e molestie
Secondo lo studio del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri gli stalker potrebbero inquadrarsi in cinque tipologie
  1. il risentito, nutre rancore per traumi affettivi ricevuti da altri e a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale);
  2. il bisognoso d’affetto, vuole convertire un semplice rapporto di conoscenza in una relazione sentimentale, insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni si convincerà;
  3. il corteggiatore incompetente, che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente e invadente principalmente per “ignoranza” delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
  4. il respinto, rifiutato dalla vittima, vuole contemporaneamente vendicarsi dell’affronto subito e insieme riallacciare una relazione con la vittima stessa;
  5. il predatore, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal cacciare e possedere le sue vittime dopo avergli ingenerato paura, è una tipologia spesso ricorrente anche nei voyeur e pedofili.
Come comportarsi in caso di Stalking:
  • E’ importante affrontare il problema senza minimizzarlo e adottare precauzioni.
  • Se la richiesta è di riprendere una relazione indesiderata, è fondamentale dire di no in maniera chiara e precisa.
    La restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking.
  • Per difendersi dal rischio di aggressioni uscire senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati, adottare un cane addestrato alla difesa, molto utile sia come concreta difesa sia per aumentare la sensazione di sicurezza.
  • Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. La frustrazione aumenterebbe la motivazione allo stalking. Meglio procurarsi una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerando la suoneria e rispondendo gradualmente sempre meno.
  • Per produrre prove della molestia alla polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura ma raccogliere più dati possibili sui TUTTI i fastidi subiti, annotandoli su un apposita agenda; es. ora della telefonata, durata, contenuto, MAI cancellare messaggi.
  • È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza.
  • Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell’ordine.
A partire dalle ricerche di Jacquelyn Campbell, una delle maggiori esperte nazionali di omicidi in ambito domestico,é stato elaborato un modello di prevenzione.
Campbell scoprì che la metà delle vittime aveva cercato aiuto rivolgendosi alla polizia almeno una volta, e che nei casi di omicidio l’indicatore più frequente era la presenza di violenze fisiche precedenti.
Il rischio di omicidio cresceva quando la vittima cercava di abbandonare il partner o quando si verificava un cambiamento importante nella vita della coppia (una gravidanza o un nuovo lavoro).
Nei casi di separazione, il pericolo rimaneva alto nei primi 3 mesi, si abbassava leggermente nei successivi 9, e calava significativamente dopo un anno.


Fonte: http://ilblogdellamente.com/stalking/

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