mercoledì 1 luglio 2015

IL BAMBINO E I GENITORI DI FRONTE ALL’ INTERVENTO CHIRURGICO




L’esperienza di ospedalizzazione è un’esperienza vissuta da molte persone e come per tanti, anche per il bambino è un momento che la maggior parte delle volte causa tensione e disagio emotivo i quali vanno ad influenzare negativamente sia il benessere fisico che psicologico. Sono soprattutto l’ansia e la paura a farla da padrone. Infatti essi sono gli aspetti psicologici che caratterizzano l’esperienza dolorosa, in chirurgia pediatrica, causata in particolar modo dal trauma tissutale dovuto all’intervento e anche dall’anestesia. L’ansia sembra essere uno dei primi sintomi causati dal dolore e per cercare di gestire al meglio lo stato emotivo ansiogeno del bambino sarebbe opportuno affrontarne il trattamento. L’ansia può anche portare a vivere come dolorose delle procedure che in realtà sono semplici o poco invasive, come punture e prelievi, e può comportare anche avversione verso gli operatori. Insomma l’ansia risulta nociva per il bambino poiché va a modificare proprio la sua qualità di vita, con il rischio di inibire la risposta immunologica e farmacologica.
Per affrontare questa situazione psico-fisiologica legata all’ospedalizzazione, un ruolo fondamentale è assunto dall’ interazione sociale che, in questa circostanza, sembra essere svolto soprattutto dallo staff ospedaliero. E’ indispensabile che lo staff offra al bambino e alla famiglia il giusto sostegno e aiuto psicosociale con empatia, informazioni, coinvolgendo gli adulti e rispettando le esigenze.
Vari studi hanno riscontrato varie cause che portano a traumi psichici dopo gli interventi. Una delle principali cause sembra essere l’anestesia, con effetti post-operatori come disturbi del sonno e dell’alimentazione, difficoltà di concentrazione, irrequietezza motoria, enuresi notturna, oppure anche con attaccamento dipendente nei confronti dei genitori, calo di rendimento scolastico ecc.
Tra le altre cause possiamo trovare: la carenza della figura materna, il modo in cui vengono accolti i bambini, la mancanza di informazioni da parte dei medici e anche dall’ atteggiamento autoritari che spesso assumono questi ultimi.
Il momento pre-operatorio risulta essere uno dei momenti più ansiogeni in chirurgia pediatrica: infatti si parla spesso di “ansia pre-operatoria”, ovvero stato di tensione o disagio vissuto dal paziente circa la malattia, l’ospedalizzazione, l’anestesia, la procedura chirurgica e ciò che non conosce, infatti il bambino è minacciato dalla separazione dai genitori, dall’ambiente, dalla mascherina.
Particolare attenzione è da rivolgere ai genitori. Infatti, ad esempio, la presenza di un genitore durante l’induzione dell’anestesia è una delle tecniche più utilizzate per ridurre l’ansia del bambino. Ma anche per i genitori vi è un livello d’ansia abbastanza alto che bisogna comunque tenere sotto controllo.
I fattori che influenzano l’ansia dei genitori sono vari, come ad esempio vedere il proprio figlio inerme, quando è alla prima esperienza chirurgica, oppure anche essere un figlio unico ecc.
Tra le altre cause ritroviamo, la mancanza di informazioni e le idee preconcette sull’anestesia. Concludendo, la presenza dei familiari risulta comunque essere essenziale, poiché permette al bambino di mantenere un equilibrio psicoaffettivo e anche una maggiore probabilità di somatizzazione positiva. Quindi risulta utile preparare i genitori in modo da ridurre la loro ansia e di conseguenza la sua influenza su quella del figlio.

Tratto da “ Rivista interdisciplinare di ricerca e intervento relazionale-terapia familiare “, di Laura Vagnoli, Simona Caprilli.

Dott.ssa Antonia Malpede

Laureata in Psicologia e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus

Nessun commento:

Posta un commento