mercoledì 1 luglio 2015

TINDER: L’ “AMORE” A PORTATA DI CLICK…

«Tinder è come la gente si incontra. Esattamente come nella vita reale, ma è molto meglio!», recita il motto dell’app ufficiale. Nel giro di un anno è stata tradotta in 24 lingue diverse e con oltre 10 milioni di utenti attivi ogni giorno, Tinder rappresenta l’alternativa mobile dell’universo dei sistemi online di incontri.
Ma che cos’ è Tinder? E’ un'applicazione nata in California nel settembre 2012 in ambito universitario, che aiuta coloro che la scaricano a trovare persone di sesso opposto o uguale affini. Tutto ciò  collegandosi al proprio profilo Facebook, consentendo di selezionare le foto migliori che si hanno a disposizione, indicando di attivare un GPS per una localizzazione vicina e si comincia così con una serie di riscontri con le persone che sono state selezionate. Se si riceve un feedback, allora si ha la possibilità di cominciare a chattare e a conoscere la persona.
Tinder è una dating app, o meglio una matchmaking app che ha l’obbiettivo di accoppiare persone. Niente di nuovo sul fronte occidentale, dato che ormai la gente si conosce per lo più via social.
E’ un’applicazione in piena fase di boom, con cui è possibile organizzare incontri occasionali in pochi secondi. Sta diventando ogni giorno più popolare e frequentato in tutto il mondo e non solo tra giovani e single. Infatti, ora sembra essersi diffuso anche tra donne e uomini di mezza età, anche se al momento rappresentano solo una piccola percentuale degli utenti.
Una volta installata l’applicazione si può entrare subito nel social network accedendo tramite account Facebook. Non bisogna nemmeno stare attenti alla privacy perché nessuno saprà chi siamo su Tinder, a meno che non ci sia un contatto reciproco.
Inoltre, l’applicazione non pubblicherà nulla su Facebook senza permesso, quindi, se non si vuole, nessun  amico saprà che si sta utilizzando Tinder.
Ecco che si può già evidenziare il perché questa applicazione sta diventando così popolare.
Innanzitutto ciò è dovuto alla sua semplicità di utilizzo (niente lunghi questionari da compilare per accedere); il login rapido attraverso Facebook (condivide solo il nome e le sei immagini autorizzate); la sua capacità di realizzare ciò che promette, ovvero incontri occasionali con un ragazzo o una ragazza che ci piace e a cui piacciamo, almeno fisicamente; e soprattutto il meccanismo di geolocalizzazione.
Questi incontri, che spesso hanno lo scopo di ottenere facili rapporti sessuali, riflettono quelle che sono le esigenze della società di oggi, come la rapidità e la semplicità. L'utente riceve infatti, come accade in realtà in molti altri servizi simili, una carrellata di facce in base a dove si trova: con un semplice gesto accetta o meno l'eventuale connessione (uno swipe o un tocco a destra equivale a via libera, uno a sinistra, avanti un altro o un'altra) che, se confermata, dà inizio alla chat.
Chi ha installato Tinder sembra trascorrerci molto tempo, infatti vi è anche il rischio di dipendenza.
Secondo la rivista Business Week, in media i follower di Tinder (chiamati anche tinderer) controllano l'applicazione 11 volte al giorno per sette minuti a volta, prova che genera non poca dipendenza.
Inoltre, questa applicazione permette momenti di gratificazione istantanea a cui è difficile rinunciare e con essa, quindi in rete, esprimere il proprio consenso o accettare un rifiuto è molto più confortevole rispetto a quando accade nella vita vera.
Ma oltre a Tinder esistono molte altre applicazioni simili che hanno più o meno lo stesso scopo.
Tra queste vi sono ad esempio “Happn”, utilizzata per rintracciare persone incrociate casualmente per strada; “ Down”, utilizzata per far spere ai proprio amici, e anche agli amici degli amici di Facebook, che si vorrebbe andare a letto con loro e non con degli sconosciuti; “Grindr”, utilizzata per facilitare l’incontro tra persone omosessuali e bisessuali; “Grouper” , che organizza l'incontro tra due persone e poi dà la possibilità ai partecipanti di portare con sé due amici. Ma queste sono solo alcune tra le tante applicazioni disponibili in rete.
Quindi il mondo digitale si trova ad influenzare la vita ed i nostri comportamenti, molte volte magari aiutandoci ad essere più organizzati, altre volte un po' meno, creando, come visto, una vera e propria dipendenza da telefonino.
Per cui bisognerebbe stare molto attenti a non farsi influenzare e riuscire a distinguere la vita reale da quella che viene “vissuta” in rete.

Dott.ssa Antonia Malpede


Laureata in Psicologia e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus

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