venerdì 15 gennaio 2016

Dislessia: questione di movimento?

La dislessia,un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo, rientra nei DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, in cui sono inclusi anche la discalculia, la disortografia e la disgrafia. Un bambino dislessico è in grado di leggere ma per farlo nececcità di un dispendio di tutte le sue energie e molto spesso riscontra difficoltà, compie errori e si stanca spesso di fronte ad un brano. La dislessia non riguarda soltanto le difficoltà di lettura ma anche la motricità. Lo rivela una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, condotta in collaborazione con l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, pubblicata sulla rivista Human Movement Science.


Lo studio ha coinvolto un campione di 77 bambini, di cui 38 con dislessia. Esso si proponeva di indagare il ritmo di scrittura di questi bambini. I ricercatori del dipartimento dell’Università di Milano, attraverso questo studio sono giunti alla conclusione che i disturbi tipici della dislessia non riguardano solo la lettura ma anche la motricità, cioè l’esecuzione di movimenti ritmici e coodinati. La ricerca ha mostrato che nei bambini affetti da dislessia evolutiva, la durata relativa di scrittura di ciascuna singola lettera che compone una parola non è costante ma varia in funzione della dimensione e velocità della parola scritta. Secondo i ricercatori, il fatto che i bambini con dislessia non seguano il principio dell’omotetia, cioè la capacità di mantenere costanti i tempi di scrittura di ogni lettera, dimostra che il disturbo riguarda anche la motricità, alla quale è riferibile la mancanza di ritmo nella scrittura.
La ricerca ha coinvolto nello specifico 77 bambini con un’età fra i 7 anni e mezzo e i 12 anni: 17 bambini con una diagnosi di dislessia evolutiva (rapidità e correttezza con cui si legge), 21 bambini con una diagnosi sia di dislessia sia di disgrafia e 39 bambini a sviluppo tipico (ovvero senza diagnosi di dislessia o disgrafia). Ai partecipanti è stato chiesto di scrivere a mano con un’apposita penna digitale la parola b-u-r-l-e in diverse condizioni sperimentali (in modo spontaneo, usando lettere maiuscole, accelerando la velocità di scrittura o cambiando le dimensioni) su un foglio appoggiato su una tavoletta grafica. Dai risultati di questa ricerca si potrebbe ipotetizzare che per la prima volta la dislessia non è solo un problema di lettura, ma anche un problema riguardante gli aspetti ritmici della scrittura.




Questo problema deriva da una difficoltà nell’eseguire una sequenza fluida di movimenti. Per aiutare chi è affetto da dislessia a mantenere un comportamento ritmico potrebbe essere utile un’educazione specifica al ritmo attraverso la pratica musicale. I ricercatori coinvolti nella suddetta ricerca confermano la necessità che le valutazioni dei bambini con dislessia prevedano la stesura di un profilo funzionale dettagliato che indaghi anche le funzioni motorie. Come emerge dai più recenti orientamenti scientifici, i disordini dello sviluppo infantile sembrano determinati non da disfunzioni di singole aree specializzate ma di complesse reti neurali.

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