domenica 17 gennaio 2016

EMPATIA E COMPRENSIONE DEGLI ALTRI

Riuscire ad immedesimarsi completamente con il vissuto emotivo di un’altra persona può essere un’arma a doppio taglio. Ciò di cui sto parlando si chiama empatia, definita come la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependone, in questo modo, emozioni e pensieri.
E’ un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi mentalmente nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti,emozioni.


Sicuramente l’empatia è una competenza di fondamentale importanza per riuscire ad instaurare delle buone relazioni, comprendere il vissuto emotivo altrui ci aiuta ad entrare in contatto con il suo mondo interiore, e ci permette di essere più comprensivi nei confronti di quest’ultimo.
Tuttavia,la domanda da porsi è: cosa succede quando l’empatia interferisce con il vissuto personale? 
Io sarò sicuramente più emotivamente coinvolta nel vissuto di un’altra persona, se quest’ultima mi colpisce maggiormente da vicino, e ciò può avvenire sia in termini di esperienze condivise che di paure che tale vissuto riesce a risvegliare in me. In questo contesto di condivisione, l’aspetto a mio avviso negativo risiede nell’aspettativa: io da quella persona mi aspetterò sicuramente un comportamento uguale al mio, ma nella realtà questo non avviene. Se mi soffermo a riflettere, infatti, arrivo a comprendere che tutto ciò ostacola, più che favorire, una condivisione emotiva reale; non posso riuscire a comprendere l’altro se non riesco a staccarmi dalla mia visione personale del mondo, il tutto può essere molto esemplificativo se penso a come ogni persona risponda in un modo che è molto diverso dal mio anche quando la situazione che ci troviamo a fronteggiare è la medesima.
Nella pratica psicologica comprendere il vissuto emotivo altrui è una porta d’accesso al suo mondo interiore e permette di avere una migliore chiave di lettura dei suoi comportamenti e delle sue parole.
Avere buone capacità empatica è un requisito fondamentale per il lavoro a contatto con le persone, soprattutto nelle professioni di aiuto, ma non basta. Serve infatti un buon livello di differenziazione, termine con il quale si misura la capacità di essere diversi dagli altri pur mantenendo delle caratteristiche similari (la prima forma di differenziazione avviene in famiglia). La capacità di individualizzarsi rende paradossalmente più capaci di entrare in maniera “pulita” nel vissuto dell’altro e di mantenere rapporti sani ed equilibrati, sia nel privato che nel lavoro, e di riuscire a risolvere eventuali conflitti.


“Un cuore comprensivo è tutto, è un insegnante, e non può essere mai abbastanza stimato. Si guarda indietro apprezzando gli insegnanti brillanti, ma la gratitudine va a coloro che hanno toccato la nostra sensibilità umana. Il programma di studi è materia prima così tanto necessaria, ma il calore è l’elemento vitale per la pianta che cresce e per l’anima del bambino.” Carl Gustav Jung.

Dott.ssa Stefania Spallino


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