martedì 3 marzo 2015

Gelosia: ecco come renderla costruttiva


Ci sono aspetti intricati nelle relazioni sentimentali. Il tentativo di suscitare gelosia nel partner per attirare attenzione, è sicuramente uno di questi. Anche se amiamo e rispettiamo il nostro compagno non ci è così difficile muovere comportamenti che volutamente lo feriscono. Flirtando con qualcun altro, ad esempio. Restando ambigui su certe situazioni, intenzioni, comportamenti. Giocando con messaggi e telefonate, riesumando ex. Perché sappiamo benissimo come accendere l’interruttore della gelosia. Con disinvoltura cerchiamo di manipolare l’altro pur di ottenere attenzioni, impegno, amore. Pianifichiamo tattiche che sul momento sembrano innocue e divertenti, e lo sono se si limitano a un gioco, ma che facilmente portano sofferenza nella coppia. La gelosia, non a caso, è uno dei motivi principali di insoddisfazione e anche di aggressioni e violenza. Secondo indagini statunitensi, provocare il sospetto per verificare la forza del legame coinvolge più le donne che gli uomini. Ma nessuno però è del tutto esente dalla gelosia, vissuta o suscitata. Per alcuni studiosi addirittura un male necessario, il danno collaterale dell’amore. “Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri”, scrive Roland Barthes in “Frammenti di un discorso amoroso” (Einaudi).
La gelosia è in effetti un’emozione molto complessa che smuove sentimenti profondi come paura, abbandono, perdita, dolore, rabbia. Un vissuto che emerge nelle relazioni significative quando ci sentiamo minacciati, violati da qualcuno o qualcosa in grado di portarci via quello che riteniamo nostro diritto. Un tentativo estremo di proteggere la relazione, anche. E spesso del tutto inutile. Essere gelosi non riduce la probabilità che il partner si allontani, venga attratto da altri, si distragga da noi. Anzi. Più si è gelosi, tanto più si soffoca l’altro, più l’altro vuole scappare, tanto più si sente legittimato all’inganno. Purtroppo la gelosia gode di una certa credibilità in ambito sentimentale. Riesce a spacciarsi come misura di “vero amore”. Sa rendersi attraente, soprattutto nelle fasi iniziali del legame. Con atteggiamenti ben visti come sommergere di attenzioni, telefonate, messaggi, regali. In realtà, solo tentativi di controllo.
Forse, in piccole dosi, parla di impegno, cura, coinvolgimento. La gelosia come modo per valutare se investire emotivamente sull’altro. Ma con facilità vira verso atteggiamenti pericolosi e distruttivi. Costringendo in una morsa di sospetti, autoinganno, assilli e delusioni. Rendendo irrazionali, facendo pensare sempre le stesse cose e allontanando dalla realtà. Un delirio con una serie di sintomi molto vicini a quelli della dipendenza affettiva. Studi di neuroimaging mostrano che gelosia, inferiorità e risentimento attivano nel cervello gli stessi circuiti neurali legati al dolore fisico. Però non servono prove per capire quanto dolore si può provare.
Le ricerche dicono che siamo gelosi ma con grandi differenze individuali legate a caratteristiche di personalità. La gelosia è anche associata a nevrosi, instabilità emotiva, rabbia, ansia e depressione. Più siamo instabili, non innamorati, più si è inclini a essere gelosi. Ed è negativamente correlata alla gradevolezza della persona. È diversa tra i sessi. La minaccia di infedeltà sessuale suscita più gelosia negli uomini. Per le donne invece a insospettire maggiormente è un atteggiamento amichevole, disponibile, solidale verso un’altra donna, giocando sul piano emotivo.
Però sottende sempre sensi di inadeguatezza, di disagio difficili da sopportare che facilmente diventano rabbia la quale si incanala in atteggiamenti di controllo e sospetto. Oppure in manovre volte a ingelosire l’altro per acquistare potere. In ogni caso non ci sentiamo amati e riconosciuti come vorremmo, non siamo al sicuro. È  intaccato il nostro senso di sé. Quando tentiamo di insospettire l’altro stiamo cercando conferme, vacilliamo nel bisogno di sentirci unici, insostituibili, indispensabili, speciali. Stiamo dicendo “dammi attenzione, guardami, pensa a me, voglio essere importante per te, ho paura”. Allora dobbiamo fare qualcosa per esserlo veramente. Invece di pensare “altrimenti me ne vado, guarda che qualcun altro mi vuole”.
La gelosia in effetti ci dice molto di noi e poco dei fatti dell’altro. Può aiutarci a capire chi siamo, a guardarsi dentro e di rimando, a migliorare le relazioni. Quando ci sentiamo dubbiosi, sospettosi, minacciati, bracchiamo e limitiamo l’altro. È dunque il momento di confrontarsi con i sospetti e di impegnarsi per essere più desiderabili, per essere amabili, evolvere, fare di più. Concentrarsi su cosa accade dentro la coppia e molto meno su ciò che avviene fuori. Non è facile ma solo ribaltandola la gelosia può diventare costruttiva.

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