martedì 24 marzo 2015

“NON MANGIO PER POTER BERE ALCOLICI”: LA DRUNKORESSIA

Si chiama drunkoressia, ed è una “moda” che, partendo dall’America, si è diffusa anche in Europa e in Italia. Coinvolge soprattutto adolescenti e giovani maggiorenni.
La drunkoressia è una vera e propria patologia del comportamento alimentare, che consiste nell’assoluto digiuno quotidiano, al quale si affianca la costante e smodata assunzione di alcolici alla sera.
La motivazione che spinge le adolescenti ad assumere tale comportamento risiede nell’obbligo che esse percepiscono, soprattutto dai mass media, di indossare una taglia 38, pur bevendo cocktails. Risapute, infatti, sono le elevate calorie presenti nei drink alcolici, così come sono ben conosciute le sensazioni di disinibizione che essi permettono di raggiungere.
Al fine di ottenere entrambi questi risultati, ovvero una linea impeccabile (a loro dire) e il divertimento tramite le sbronze, adottano tale tipo di abitudine, che in alcun modo deve essere sottovalutata.
In aggiunta è necessario sottolineare che lo “sballo” arriva molto più facilmente dal momento che le ragazze, e in una minor quantità anche i ragazzi, non hanno assunto cibo di alcun tipo nel corso di tutta la giornata, se non addirittura nel corso dell’intero week-end.
Ma cosa spinge, soprattutto le ragazzine, ad adottare tale assurdo comportamento alimentare? Innanzitutto le copertine dei magazine, la moda, la televisione, il cinema, che costantemente trasmettono immagini e soprattutto messaggi (la cui correttezza lascia perplessi) in merito alla forma perfetta, alle misure perfette, alla taglia che bisogna indossare e soprattutto a quella che non bisogna indossare. Messaggi questi che, ascoltati da ragazzine in fase di sviluppo, e che attraversano un periodo molto delicato della loro vita, trovano terreno fertile, e che facilmente vengono captati e trasformati in abitudini quotidiane.
In aggiunta, sempre più spesso i mass media trasmettono pubblicità ed immagini in cui l’alcol favorisce le relazioni sociali, soglie il ghiaccio e la timidezza e facilita conoscenze che, da lucidi, sarebbe difficile instaurare. Ciò permette anche agli adolescenti più introversi di fare nuove conoscenze ed esperienze, senza essere vincolati dal loro carattere.
Questo spiega anche perché la drunkoressia colpisce prevalentemente il genere femminile che quello maschile: sono pochi i ragazzi che si lasciano influenzare dalle pubblicità, e che di conseguenza ricercano una forma fisica asciutta e longilinea. In poche parole i maschi non sentono il bisogno di dover equilibrare le calorie tra cibo e
alcol.

Inoltre, pare che proprio le modelle abbiano dato inizio a questa “moda”. Non troppi anni fa, si accorsero che l’alcol le faceva sentire sazie, e che di conseguenza se bevevano potevano evitare di mangiare e dunque non ingrassare. Ciò dà origine ad un circolo vizioso, per cui non si mangia per poter bere, e si beve per evitare di mangiare.
L’insieme di tutti questi fattori ha causato, sempre più oggigiorno, la diffusione di tale patologia alimentare. A tal proposito gli studiosi e gli esperti hanno coniato il termine di drunkoressia, determinato dall’unione di “drunk” che in inglese significa ubriaco, e anoressia.
La drunkoressia, è infatti una variante dell’anoressia che tutti, ai giorni nostri, conoscono.
Questa semplice definizione permette di far comprendere quella che è la pericolosità di tale allarmante abitudine.
Le ragazzine infatti, vanno incontro ai danni causati sia dall’anoressia, che dalle dosi massicce di alcol assunte. Saranno dunque affette da amenorrea (mancanza del ciclo mestruale), osteoporosi, danni al cuore, al sangue, all’esofago, ai reni, al fegato, e nei casi più gravi, riporteranno anche cirrosi epatica. Un quadro clinico molto pesante, che può addirittura, in alcuni casi, portare alla morte.
Sarà per questo necessario fare molta attenzione ai primi campanelli di allarme che permetteranno di evitare che la situazione si complichi ulteriormente. I primi sintomi saranno: sbalzi d’umore, aggressività, rifiuto del cibo, drastica ed immotivata diminuzione di peso, ed ovviamente un consumo eccessivo di alcol. Ma anche l’ossessione per l’aspetto fisico.
Le cure che sono disponibili per tale patologia sono quelle che sono predisposte per la cura dell’anoressia, e dunque psicoterapia familiare, psicoterapia individuale e/o di gruppo, rinutrizione e nei casi più complessi anche la somministrazione di farmaci.
La psicoterapia familiare, in particolare, svolge un ruolo molto importante per la cura di tale patologia: comprendere le dinamiche che si realizzano all’interno del nucleo familiare permette di capire come l’adolescente sia arrivata ad eliminare completamente il cibo dalla propria quotidianità e a sostituirlo con l’alcol, senza che i genitori potessero accorgersi di tale malata abitudine.
Naturalmente per raggiungere un buon risultato, la psicoterapia deve anche essere affiancata da una vera e propria disintossicazione da alcol.

Dott.ssa Monaco Iolanda
Laureata in Psicologia presso l'Università G. D'Annunzio di Chieti e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus

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