giovedì 7 luglio 2016

Perché credi all’oroscopo? Te lo spiega l’effetto Forer


L’effetto Forer è stato elaborato dallo psicologo omonimo alla fine degli anni Quaranta per testare la validità delle procedure diagnostiche utilizzate usualmente dai colleghi.
In particolare, egli voleva dimostrare il bias interpretativo fondamentale per cui
ogni soggetto a cui si offre una descrizione che crede sia riferita a lui questo tenderá ad immedesimarsi credendo tale profilo psicologico preciso e accurato.


L’effetto Forer permette di notare come le persone siano normalmente sprovviste delle capacità critiche atte a distinguere un breve scritto vago e generico con frasi plausibili da una vera autovalutazione del sè, per cui ad esempio uno studente di psicopatologia crederà sicuramente di soffrire di tutti i disturbi psichici presenti nel manuale di studio.
Lo psicologo ha appurato la veridicità dell’effetto Forer tramite il Diagnostic Interest Blank, con cui ha analizzato i suoi studenti che lo hanno compilato, inserendo hobby, aspirazioni personali, caratteristiche individuali, seguite da un’interpretazione qualitativa.
Dopo circa una settimana lo studioso ha restituito i questionari, chiedendo di non confrontarsi con gli altri e di mantenersi riservati sulla valutazione, senza che essi sapessero che tutte le valutazioni erano identiche ed erano comprensive di frasi generiche, perfettamente applicabili a tutti.
Dopo la lettura individuale dei profili ogni studente doveva indicare da 0 a 5 quanto si riconosceva nella descrizione, i risultati hanno indicato una media di 4,26.
Dunque, il senso di tale indagine scardina completamente le certezze dei diagnosti, indicando la validità degli strumenti psicologici come superata dalla validità soggettiva del paziente che si sottomette a frasi approssimative e generiche, che danno una percezione di autovalutazione oggettiva; se si analizza frase per frase, aumenta la capacità critica degli studenti di Forer, se invece si legge un report generale essi vi si riconoscono in misura maggiore.

Tanti professionisti oggi si avvalgono di tale teoria, approfittando della scarsa capacità di autovalutazione degli individui.

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