A conferma di queste ipotesi sempre più ricerche evidenziano
correlazione tra stipsi e stati depressivi, tra disturbi ansiosi e diarrea e
dimostrano l’efficacia psicoterapia nel trattamento
della sindrome da colon irritabile (Moser 2012) rispetto al trattamento
farmacologico o del placebo. Il ruolo del cervello addominale. I due cervelli sono collegati da un complesso sistema a
due vie di cellule nervose e il cervello viscerale, presidiato solo in parte
dalla coscienza, funziona come una sorta di “detector” emozionale, modificando il suo stato a seconda dell’ambiente circostante. Così, una situazione
considerata razionalmente tollerabile dal cervello “di
testa” può scatenare un’intensa risposta difensiva “di
pancia”: il cervello addominale comunica l’allarme emotivo sotto forma di dolore, reflusso , diarrea,
nausea, vomiti o altra sintomatologia a carico del sistema digerente. Si tratta, in realtà, di reazioni sane e
adattative quando correttamente interpretate dal cervello “ufficiale”, che quindi produrrà reazioni
proporzionate e congruenti all’effettiva minaccia. Un condominio difficile. Purtroppo, i nostri due cervelli si comportano, a volte,
come condomini in conflitto: si ignorano, si sbattono porte in faccia, si fanno
i dispetti e si mentono a vicenda. Per rendere l’idea
della lite condominiale, il cervello “di
testa” minimizza o dileggia direttamente le
manifestazioni di quello “di pancia”:
se la prende direttamente con gli organi e li sottopone a visite e farmaci,
senza ascoltare le loro rimostranze e emotive che, come accade nella
depressione e negli attacchi di panico, diventano grida laceranti. Insomma, non è un caso che anche disturbi come anoressia e bulimia nervosa
possano essere rappresentati come il frutto di un’autentico
“sciopero” del cervello cranico
contro quello viscerale (o, a volte, viceversa).
giovedì 7 luglio 2016
Quelle “farfalle nello stomaco”… la scoperta del cervello viscerale
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