Antwone Fisher è
un film autobiografico del 2002, ispirato alla storia vera di Antwone Fisher,
un marinaio di colore che presenta seri problemi di autocontrollo e che dopo
l’ennesima esplosione di collera, culminata con un’ aggressione nei confronti
di un collega, viene affidato alla supervisione dello psichiatra Dott.re. Jerome
Davenport .
Quest’ultimo inizia a scavare nel passato di Antwone, portando alla luce una
storia turbolenta, dalla nascita in un istituto penitenziario femminile,
all’abbandono in un orfanotrofio, fino all’adozione da parte di una famiglia molto
religiosa, dalla quale dovette subire maltrattamenti fisici, psicologici e
anche abusi sessuali. Nel film la storia di Antwone andrà ad intrecciarsi con
quella del Dott.re Davenport, che si troverà ad affrontare i problemi del
proprio rapporto di coppia, a causa dell’impossibilità ad avere dei figli.
Grazie all’evolversi di questo rapporto Antwone comprenderà l’importanza di
dover ricercare le proprie radici, e quindi la sua famiglia d’origine per
ricomporre il proprio passato ed eliminare questo pesante fardello che ancora
porta con sè.
Nel tentativo di estrapolare le tematiche salienti del
film emergono vari spunti a sfondo psicologico. Primo fra tutti il tema della rabbia,
che condiziona il protagonista
dall’inizio del film, infatti egli viene ammonito proprio per un’ esplosione di
rabbia nei confronti di un collega. Ed è per questo che viene affidato alla
supervisione dello psichiatra, che inizialmente trova un muro alzato dal
protagonista, in quanto Antwone non risulta essere molto remissivo nei
confronti della terapia. Conseguentemente a ciò il protagonista manifesta
nuovamente scoppi di collera, ed è soltanto grazie all’evolversi della terapia
che il protagonista riuscirà a risolvere i propri problemi.
Altro elemento importante del
film è il tema della violenza, che il protagonista subisce durante
l’infanzia sia a livello fisico, che a livello psicologico, e come essa
condiziona lo stato attuale di Antwone, manifestando appunto la rabbia. Ed
importante è anche la violenza sessuale subita dal protagonista, che dunque ci
conduce anche al tema del trauma che emerge anche nel disagio di Antwone
ad avere un rapporto intimo con le donne.
Attenzione merita anche il rapporto
terapeutico che si crea tra Antwone e il Dott.re Davenport, che oltre a
portare alla risoluzione delle problematiche del protagonista, mette alla luce
i conflitti irrisolti che ci sono tra il Dott.re Davenport e la moglie, a causa
dell’impossibilità della coppia ad avere figli. Un rapporto dove il
protagonista ricerca sicuramente la figura genitoriale che non ha mai avuto, ma
allo stesso tempo è Antwone che per il Dott.re ricopre il ruolo di figlio e fa
riemergere i vecchi conflitti personali e di coppia. Infatti nel film
inizialmente è il protagonista che si presenta in casa del Dott.re, che è
in un primo momento titubante, ma dopo lo accoglie e lo invita ad unirsi alla sua
famiglia per festeggiare il ringraziamento.
Quello che alla fine si
presenta come elemento risolutore del film, che darà dunque la possibilità ad
Antwone di proseguire nella propria vita è il tema del perdono. Come si
vede nel film egli accoglie il consiglio del Dott.re Davenport e va alla
ricerca delle sue origini, della sua famiglia. Ed è solo grazie a questo
viaggio nel proprio passato che il protagonista riuscirà a perdonare
se stesso e potrà andare avanti nella propria vita.
Dott.ssa Stefania Spallino
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute presso l'Università G.D'annunzio Chieti-Pescara e tirocinante presso la Obiettivo famiglia Onlus
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