venerdì 20 febbraio 2015

7 regole del Perdono



La maggior parte di noi ha lottato almeno una volta nella vita con il tentativo di perdonare qualcuno.
Perdonare può essere un’impresa davvero difficile: in una ricerca sull'argomento, su una scala a 10 punti (dove 1 = nessun perdono e 10 = perdono completo), circa la metà dal campione ha riportato un punteggio inferiore a 6 nella capacità di perdonare.
Da un certo punto di vista ciò è comprensibile: tutti abbiamo nella nostra vita persone che vorremmo strangolare (…), persone che ci hanno danneggiato in qualche modo significativo (…).
Eppure imparare l’arte di perdonare se stessi e gli altri può regalarci benefici incredibili per la nostra salute fisica e mentale. La ricerca psicologica ha infatti dimostrato che perdonare ha l’effetto di alleviare stress, ansia, livelli di depressione e, cosa forse più importante, la rabbia. La rabbia cronica può essere tossica per la nostra salute fisica e mentale; essa può aumentare la nostra reattività allo stress e il rischio di sviluppare malattie organiche come quelle cardiovascolari. Se abbiamo troppa difficoltà a perdonare, accumuliamo grandi quantità di rabbia, risentimento e amarezza, che finiscono per danneggiarci a più livelli.
Sapere che il perdono è un bene per la nostra salute fisica e psicologica, non lo rende facile da mettere in pratica. Purtroppo non ci sono soluzioni semplici per diventare più bravi a perdonare, ma vi propongo alcuni principi che potete tenere a mente e che potranno esservi utili. Eccone 7:
1. Perdonare non significa dimenticare. (…) Persone che hanno subito maltrattamenti o torti rilevanti non dimenticano i loro traumi, ed è giusto che sia così. Possono imparare a perdonare, ma continuano a ricordare.
2. Perdonare non significa minimizzare l’esperienza vissuta. Impegnandovi nel perdono non state dicendo “va bene.. alla fine non era poi così grave”. Niente affatto! Si può perdonare ma ammettere che il trauma è stato reale e molto doloroso.
3. Se perdoni non vuol dire che sei un idiota. Il perdono non è un segno di debolezza, ingenuità o stupidità.
4. Perdonare non dipende dal fatto che le altre persone si siano scusate con voi. Purtroppo, non possiamo sempre aspettarci che le persone che ci hanno offeso o danneggiato capiscano pienamente i loro errori. Essi potrebbero non ammettere nemmeno di aver fatto qualcosa di sbagliato. Ma va bene lo stesso, perchè se perdoniamo lo facciamo per il nostro beneficio, non per il loro. Non abbiamo bisogno di ricevere qualcosa da loro per perdonarli.
5. Perdonare è un processo. Il perdono non è un fenomeno tutto-niente, o bianco-nero, ma un processo. Si può non essere in grado di perdonare completamente un’altra persona, ma si può lavorare per avvicinarsi a farlo. Senza pretendere di raggiungere un 10 su 10 nella scala del perdono, si può puntare a trasformare un 6 in un 7 o in un 8.
6. Perdonare accresce la salute e il benessere psicologico. Dal momento che la ricerca mostra che la rabbia cronica è tossica per la salute e il benessere e in considerazione del fatto che nessuno vuole attorno persone cronicamente arrabbiate, risentite e rancorose, il perdono è davvero qualcosa che dovremmo imparare. Perdonare gli altri per le loro trasgressioni e le loro azioni è nel nostro interesse e non necessariamente nel loro. Se accettate di perdonare non fate un favore a loro, ma a voi stessi.
7. L’ingrediente segreto del perdono è lasciare andare la rabbia. Nella pratica clinica psicoterapeutica non è raro incontrare persone che hanno vissuto gravi traumi dal punto di vista fisico, sessuale, emotivo, finanziario. Molti di essi hanno subito traumi addirittura da persone care. Coloro che sono riusciti ad affrontare meglio la vita sono anche quelli che hanno trovato il modo per perdonare se stessi e gli altri. Hanno lavorato duramente per lasciare andare la rabbia e il risentimento. Non hanno dimenticato ma sono riusciti ad affrancarsi dalla condizione di vittima, scegliendo (meritatamente o meno) di perdonare.


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