La maggior parte di
noi ha lottato almeno una volta nella vita con il tentativo di perdonare
qualcuno.
Perdonare può essere
un’impresa davvero difficile: in una ricerca sull'argomento, su una scala a 10
punti (dove 1 = nessun perdono e 10 = perdono completo), circa la metà dal
campione ha riportato un punteggio inferiore a 6 nella capacità di perdonare.
Da un certo punto di
vista ciò è comprensibile: tutti abbiamo nella nostra vita persone che vorremmo
strangolare (…), persone che ci hanno danneggiato in qualche modo significativo
(…).
Eppure imparare
l’arte di perdonare se stessi e gli altri può regalarci benefici incredibili
per la nostra salute fisica e mentale. La ricerca psicologica ha infatti
dimostrato che perdonare ha l’effetto di alleviare stress, ansia, livelli di
depressione e, cosa forse più importante, la rabbia. La rabbia cronica può
essere tossica per la nostra salute fisica e mentale; essa può aumentare la
nostra reattività allo stress e il rischio di sviluppare malattie organiche
come quelle cardiovascolari. Se abbiamo troppa difficoltà a perdonare,
accumuliamo grandi quantità di rabbia, risentimento e amarezza, che finiscono
per danneggiarci a più livelli.
Sapere che il perdono
è un bene per la nostra salute fisica e psicologica, non lo rende facile da
mettere in pratica. Purtroppo non ci sono soluzioni semplici per diventare più
bravi a perdonare, ma vi propongo alcuni principi che potete tenere a mente e
che potranno esservi utili. Eccone 7:
1. Perdonare non
significa dimenticare. (…) Persone che hanno
subito maltrattamenti o torti rilevanti non dimenticano i loro traumi, ed è
giusto che sia così. Possono imparare a perdonare, ma continuano a ricordare.
2. Perdonare non
significa minimizzare l’esperienza vissuta. Impegnandovi
nel perdono non state dicendo “va bene.. alla fine non era poi così grave”.
Niente affatto! Si può perdonare ma ammettere che il trauma è stato reale e
molto doloroso.
3. Se perdoni non
vuol dire che sei un idiota. Il perdono non
è un segno di debolezza, ingenuità o stupidità.
4. Perdonare non
dipende dal fatto che le altre persone si siano scusate con voi. Purtroppo,
non possiamo sempre aspettarci che le persone che ci hanno offeso o danneggiato
capiscano pienamente i loro errori. Essi potrebbero non ammettere nemmeno di
aver fatto qualcosa di sbagliato. Ma va bene lo stesso, perchè se perdoniamo lo
facciamo per il nostro beneficio, non per il loro. Non abbiamo bisogno di
ricevere qualcosa da loro per perdonarli.
5. Perdonare è un
processo. Il perdono non è un fenomeno tutto-niente, o
bianco-nero, ma un processo. Si può non essere in grado di perdonare
completamente un’altra persona, ma si può lavorare per avvicinarsi a farlo.
Senza pretendere di raggiungere un 10 su 10 nella scala del perdono, si può
puntare a trasformare un 6 in un 7 o in un 8.
6. Perdonare accresce
la salute e il benessere psicologico. Dal momento che
la ricerca mostra che la rabbia cronica è tossica per la salute e il benessere
e in considerazione del fatto che nessuno vuole attorno persone cronicamente
arrabbiate, risentite e rancorose, il perdono è davvero qualcosa che dovremmo
imparare. Perdonare gli altri per le loro trasgressioni e le loro azioni è nel
nostro interesse e non necessariamente nel loro. Se accettate di perdonare non
fate un favore a loro, ma a voi stessi.
7. L’ingrediente
segreto del perdono è lasciare andare la rabbia. Nella
pratica clinica psicoterapeutica non è raro incontrare persone che hanno
vissuto gravi traumi dal punto di vista fisico, sessuale, emotivo, finanziario.
Molti di essi hanno subito traumi addirittura da persone care. Coloro che sono
riusciti ad affrontare meglio la vita sono anche quelli che hanno trovato il
modo per perdonare se stessi e gli altri. Hanno lavorato duramente per lasciare
andare la rabbia e il risentimento. Non hanno dimenticato ma sono riusciti ad
affrancarsi dalla condizione di vittima, scegliendo (meritatamente o meno) di
perdonare.
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