Ognuno di noi ha un
suo personale modo di comunicare, che può rivelarsi più o meno efficace, più o
meno promotore di benessere per noi e per le persone con cui interagiamo.
Quante volte ci siamo
sentiti dire "non è possibile parlare con te!", "non mi
ascolti!"; quante volte conversazioni intraprese con uno spirito
amichevole e di collaborazione sono sfociate poi in liti furibonde? Se ciò ci è
accaduto in maniera occasionale, probabilmente è dipeso dal particolare argomento
della conversazione, da fraintendimenti momentanei, o perché no, dalla
particolare reazione della persona che ci siamo troviamo di fronte. Ma se ciò
ci capita spesso, se le conversazioni apparente più innocue tendono a
trasformarsi in un match e lasciano dietro di loro una scia di rabbia e di
rancore, allora è il caso di interrogarci sul nostro modo di comunicare e su
quanto possiamo fare per modificarlo.
I nostri modi di
comunicare non sono innati, ma sono stati appresi. Quindi se interferiscono
negativamente sulla nostra vita di relazione, possono essere disimparati per
acquisirne altri che si rivelino più efficaci.
Per imparare a
comunicare in maniera più soddisfacente è necessario tenere a mente poche
regole:
1. La comunicazione
chiara e precisa aiuta a decidere mentre l'ambiguità crea confusione. Ci
può capitare di essere talmente impacciati quando dobbiamo comunicare i nostri
pensieri, desideri o sentimenti da manifestarli in una forma che li rende
assolutamente incomprensibili. In questo caso le domande da porci sono:
Esprimiamo le nostre opinioni in modo vago? Giriamo intorno al punto
essenziale? Ci perdiamo nei particolari insignificanti? Lasciamo che sia
l'altro ad intuire i nostri desideri, basandosi sugli scarsissimi elementi che
gli forniamo? Se la risposta a queste domande è positiva, stiamo spianando la
strada ai malintesi. Sforziamoci quindi di essere il più diretti e chiari
possibile. Questo non significa che dobbiamo essere sempre totalmente sinceri.
Sono poche, e preziose, le occasioni in cui un disvelamento totale può portare
benessere a noi e a chi ci ascolta. Spesso, invece, la sincerità assoluta può
ferire l'altro, in maniera anche irreparabile. Essere diretti significa
impegnarsi consapevolmente affinché all'altro sia chiaro ciò che desideriamo comunicare,
senza per forza rivelare i nostri sentimenti e i nostri pensieri più riposti
sull'argomento.
2. La probabilità di
creare malintesi diventa maggiore quando permettiamo che i nostri progetti
personali (come la dimostrazione di qualche capacità o il desiderio di
sottrarsi alla ripulsa o al ridicolo ) intorbidino ciò che stiamo cercando di
comunicare. Spesso siamo imprecisi per
proteggerci: temiamo di essere sopraffatti o rifiutati se esprimiamo in maniera
chiara un'opinione o avanziamo una richiesta diretta. Questi atteggiamenti
difensivi rendono oscuro il nostro messaggio, che è destinato con molta probabilità
ad essere frainteso. Procediamo allora per piccoli tentativi: sforziamoci di
esprimere un'opinione o di avanzare una richiesta partendo da argomenti che ci
stanno meno a cuore, rispetto a cui un rifiuto o una critica costituirebbero
una minaccia davvero minima per noi. Potremmo sperimentare che il rifiuto
temuto non arriva, o che se anche arrivi possiamo superarlo senza riportarne
grossi danni. Così, un po' alla volta, osiamo sempre un po' di più, acquisendo
giorno dopo giorno la capacità esprimerci in maniera chiara ed efficace.
3. Per avere una
buona comunicazione non basta rendere comprensibili le proprie idee, ma occorre
anche capire ciò che sta dicendo l'interlocutore. Se
il nostro partner parla in maniera vaga o indiretta possiamo essere indotti a
giungere subito a conclusioni sbagliate o ad ignorare quanto ci viene detto. Se
ci rendiamo conto di avere difficoltà a comprendere davvero quanto l'altro ci
sta dicendo cerchiamo, con il dovuto tatto, di saperne di più. Cerchiamo di
sintonizzarci sul canale dell'altro. Può capitarci ad es. di dispensare
consigli pratici quando l'altra persona magari vuole solo ascolto e sostegno
emotivo.
4. Certi problemi di
comunicazione nascono dalle differenze dei modi di parlare, come la scelta del
momento, le pause, il ritmo del discorso, e così via. Cerchiamo
di notare ed ' esplicitare' queste differenze. In questo caso potrebbe essere
utile l'utilizzo di una videocamera, o almeno di registratore vocale.
Registrando più episodi di conversazione (a volte ne basta anche uno solo) e
rivedendo o riascoltando insieme quanto è accaduto, ai due partner possono
risultare immediatamente chiare le loro differenze nel modi di parlare.
Dopodiché possono decidere di creare insieme una sorta di ' regole di etichetta
della conversazione'. Ad es. chi fa lunghe pause può imparare a non offendersi
quando viene interrotto e chi tende ad interrompere può imparare ad aspettare;
chi tende ad alzare la voce può imparare a controllarsi e il partner che ne è
intimidito può imparare a "desensibilizzarsi", e così via.
5. Può accadere che
non si registri mentalmente ciò che l'altro sta effettivamente comunicando. Ciò
può verificarsi per insensibilità nei confronti di determinati argomenti ma
spesso anche per ipersensibilità e difesa. Alcune discussioni apparentemente
benevole possono rappresentare una minaccia all'autostima dell'altro, il quale
per proteggersi da un danno al suo orgoglio o da un rifiuto erige delle difese
che bloccano la sua visione del problema concreto. E' importante notare questi
punti 'ciechi' e 'sordi' in noi o nell'altra persona e affrontare in maniera
serena questo problema. Aiutiamo o lasciamoci aiutare a 'vedere' o ' sentire'
quanto prima non veniva percepito.
6. Le domande possono
essere cause di malintesi e sofferenze. L'utilità delle domande è indubbia. Si
fanno per ricevere informazioni e appoggio, per capire cosa vuol dire
l'interlocutore, negoziare, prendere decisioni. Una domanda ben posta, può
indurre, come per magia, il partner a parlare; al contrario, una domanda
intempestiva, inquisitoria o fuori luogo lo può bloccare. Può accadere che la
persona a cui sono rivolte le domande possa vedervi quasi una provocazione diretta
a saggiare le sua capacità, le sue conoscenze o la sua sincerità. Alcuni
possono vedere le domande come una minaccia, percepirvi quasi
un'investigazione, una breccia nelle loro difese per la scoperta dei punti
deboli. Ciò accade soprattutto con le domande che iniziano con perché; queste,
anche se usate nella maniera più innocente, possono richiamare alla mente
dell'interlocutore gli interrogatori di riprovazione di un genitore. Quindi,
interroghiamo con accortezza, usiamo la nostra ingegnosità. Potremmo fare
un'osservazione di carattere generale, seguita da una domanda; oppure possiamo
cominciare con il chiedere all'altra persona la sua opinione su un determinato
argomento.
Anche lievi
difficoltà di comunicazione possono portare a grossi malintesi, questi portano
spesso alla frustrazione e all'ostilità e all'ulteriore deterioramento della
comunicazione stessa, in una sorta di circolo vizioso. La consapevolezza del
nostro contributo alla creazione di tali difficoltà e la volontà di migliorare
le nostre capacità comunicative costituiscono degli ingredienti essenziali per
arrivare ad avere delle relazioni interpersonali ' armoniose', e per farci
riscoprire il piacere e il benessere derivanti dalla conversazione.
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