La psicoterapeuta
americana Robin Norwood, specializzata in terapia della famiglia ed esperta nel
trattamento delle dipendenze, spiega nel libro “Donne che amano troppo” (Ed.
Feltrinelli) come mai molte donne si innamorano dell’uomo sbagliato e, nel
tentativo di cambiarlo, coltivano giorno dopo giorno la propria infelicità.
L’esperienza terapeutica insegna che purtroppo è fin troppo facile scambiare
per amore ciò che è soltanto ossessione e dipendenza.
La donna “che ama
troppo” (anche se forse sarebbe più corretto dire “che ama in modo scorretto”)
è quella che vuole cambiare l’altro, lo vuole migliorare o “salvare” (in questo
senso si parla di “Sindrome della Crocerossina”). Alcune tipiche affermazioni
interiori di questo atteggiamento sono: “Io ti guarirò” – “Io ti farò uscire
dal problema” – “Grazie a me starai bene”. Spesso si tratta di donne che hanno
vissuto un abbandono, un abuso o un trauma nell'infanzia e non di rado il padre
era assente o poco affettivo. Crescendo questa donna cerca di reiterare il suo
vissuto, perché solo vivendo e rivivendo l’esperienza dell’abbandono le parrà
di riuscire a liberarsene; sceglie così dei partner che abbiano “bisogno” di
lei, illudendosi inconsciamente di poter risolvere la propria carenza
affettiva.
Tenderà a scegliere
di preferenza: tossicodipendenti, alcolisti, violenti e più in generale uomini
che non hanno rispetto per la donna a cui sono legati. Nella relazione
questa donna tenderà a dare tutta se stessa, fino da annullare la propria
personalità e ad attaccarsi ossessivamente al compagno, ma una tale coppia si
reggerà solo fino a quando i due partner giocheranno i loro ruoli come da
copione. L’uomo come vittima (e carnefice allo stesso tempo) e la donna come
salvatrice, diventando così vittima e carnefice di se stessa. Se uno dei due
partner esce dal ruolo la relazione inevitabilmente finirà. Ecco perché molte
donne non riescono a liberarsi da un partner inadeguato e si illudono che il
loro amore e la loro totale abnegazione lo porti a cambiare, ma non si rendono
conto che – in realtà – il cambiamento non lo vogliono neppure loro!
Le “donne che amano
troppo” non sono riuscite a cambiare i propri genitori trasformandoli nelle
persone calde e affettuose che volevano e, di rimando, rispondono con troppa
passione al tipo di uomo emotivamente non disponibile che è loro familiare e
che possono cercare di nuovo di cambiare con il loro amore! Poiché
nell'infanzia non si sono mai sentite sicure, hanno un bisogno disperato di
controllare il proprio uomo e la relazione stessa.
Quando si ama
troppo? Dalle parole dell’autrice:
“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo.”
“Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.”
“Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.”
“Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
“Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.”
“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo.”
“Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.”
“Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.”
“Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
“Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.”
COME SMETTERE
DI AMARE TROPPO
Prendi atto che hai un problema e che hai bisogno di aiuto.
Considera la tua guarigione una priorità che ha il diritto di precedenza su qualsiasi altra cosa.
Condividi la tua situazione con amiche degne di fiducia e cerca un aiuto terapeutico (molto utili i gruppi di sostegno).
Sviluppa la tua dimensione spirituale, coltivandola giorno dopo giorno.
Ricordati che se non sei tu in equilibrio non è possibile che lo sia la tua relazione o la tua famiglia, sii più sanamente “egoista” e cerca di volerti bene ogni giorno di più (potresti tenere un diario e segnare ogni giorno almeno una cosa fatta per te stessa, una coccola che ti sei fatta anche molto semplice).
Accetta di smettere di dirigere e controllare gli altri (anche esaltare troppo un uomo è un modo per volerlo manipolare).
Impara a non cadere nei giochi di potere interpersonali, approfondiscili leggendo libri o partecipando a dei seminari.
Accetta la tua imperfezione, nel momento presente, sapendo di poter evolvere giorno dopo giorno;
Chiediti: “Questa relazione è buona per me?” – “Viene rispettato il mio essere donna?” – “Mi sento accettata, accolta, e supportata dal mio uomo?” Comincia ad essere onesta con te stessa, abbandonando le giustificazioni mentali che non rispecchiano il tuo vero sentire interiore (magari c’è un disagio che emerge sotto forma di sintomi e disturbi fisici).
Utilizza le affermazioni positive per sostituire gli schemi limitanti ed inizia ad applicare le tecniche defusive per ripulire il vissuto emotivo del passato: meriti di avere accanto un uomo che ti stima e ti accetta per ciò che sei!
Accetta che l’uomo non gradisce i consigli e che, se vuole, deve trovare in sé la forza di migliorarsi. Qualora non desiderasse farlo (scelta personale e insindacabile), valuta se per tutta la vita vuoi accanto a te un compagno così.
Prendi atto che hai un problema e che hai bisogno di aiuto.
Considera la tua guarigione una priorità che ha il diritto di precedenza su qualsiasi altra cosa.
Condividi la tua situazione con amiche degne di fiducia e cerca un aiuto terapeutico (molto utili i gruppi di sostegno).
Sviluppa la tua dimensione spirituale, coltivandola giorno dopo giorno.
Ricordati che se non sei tu in equilibrio non è possibile che lo sia la tua relazione o la tua famiglia, sii più sanamente “egoista” e cerca di volerti bene ogni giorno di più (potresti tenere un diario e segnare ogni giorno almeno una cosa fatta per te stessa, una coccola che ti sei fatta anche molto semplice).
Accetta di smettere di dirigere e controllare gli altri (anche esaltare troppo un uomo è un modo per volerlo manipolare).
Impara a non cadere nei giochi di potere interpersonali, approfondiscili leggendo libri o partecipando a dei seminari.
Accetta la tua imperfezione, nel momento presente, sapendo di poter evolvere giorno dopo giorno;
Chiediti: “Questa relazione è buona per me?” – “Viene rispettato il mio essere donna?” – “Mi sento accettata, accolta, e supportata dal mio uomo?” Comincia ad essere onesta con te stessa, abbandonando le giustificazioni mentali che non rispecchiano il tuo vero sentire interiore (magari c’è un disagio che emerge sotto forma di sintomi e disturbi fisici).
Utilizza le affermazioni positive per sostituire gli schemi limitanti ed inizia ad applicare le tecniche defusive per ripulire il vissuto emotivo del passato: meriti di avere accanto un uomo che ti stima e ti accetta per ciò che sei!
Accetta che l’uomo non gradisce i consigli e che, se vuole, deve trovare in sé la forza di migliorarsi. Qualora non desiderasse farlo (scelta personale e insindacabile), valuta se per tutta la vita vuoi accanto a te un compagno così.
UNA DONNA
GUARITA DALL'AMARE TROPPO
Accetta pienamente se stessa, anche se desidera cambiare qualche aspetto della sua personalità.
Questo amore e rispetto di se stessa lo considera fondamentale, lo alimenta con affetto e si propone di espanderlo.
Accetta gli altri come sono, senza cercare di cambiarli per soddisfare i suoi bisogni.
E’ consapevole dei suoi sentimenti e del suo atteggiamento verso ogni aspetto della vita, compresa la sessualità.
Ama tutto di se stessa: la sua personalità, il suo aspetto, le sue convinzioni e i suoi valori, il suo corpo, i suoi interessi e i suoi talenti. Valorizza se stessa invece di cercare di trovare il senso del proprio valore in una relazione.
La sua autostima è abbastanza profonda da consentirle di apprezzare il piacere di stare insieme ad altre persone e preferisce uomini che siano a posto così come sono. Non le necessita che qualcuno abbia bisogno di lei per avere l’impressione di valere qualcosa.
Si permette di essere aperta e fiduciosa con chi lo merita; non ha paura di lasciarsi conoscere a un livello personale profondo, ma non si espone al rischio di essere sfruttata da chi non ha riguardo per il suo benessere.
Si domanda: “Questa relazione va bene per me? Mi consente di sviluppare tutte le mie possibilità e diventare quello che sono capace di essere?”.
Quando una relazione è distruttiva, è capace di lasciarla perdere senza sprofondare nella depressione, ha una cerchia di amiche che la sostengono e fanno del loro meglio per vederla uscire da una crisi.
Apprezza più di ogni altra cosa la propria serenità. Tutte le lotte, le tragedie e il caos del passato hanno perso il loro fascino, ha un atteggiamento protettivo verso sé stessa, la sua salute e il suo benessere.
Sa che una relazione, per poter funzionare, deve essere tra due partner che condividono valori, interessi e fini, e che siano entrambi capaci di intimità. Sa anche di essere degna del meglio che la vita può offrirle.
Accetta pienamente se stessa, anche se desidera cambiare qualche aspetto della sua personalità.
Questo amore e rispetto di se stessa lo considera fondamentale, lo alimenta con affetto e si propone di espanderlo.
Accetta gli altri come sono, senza cercare di cambiarli per soddisfare i suoi bisogni.
E’ consapevole dei suoi sentimenti e del suo atteggiamento verso ogni aspetto della vita, compresa la sessualità.
Ama tutto di se stessa: la sua personalità, il suo aspetto, le sue convinzioni e i suoi valori, il suo corpo, i suoi interessi e i suoi talenti. Valorizza se stessa invece di cercare di trovare il senso del proprio valore in una relazione.
La sua autostima è abbastanza profonda da consentirle di apprezzare il piacere di stare insieme ad altre persone e preferisce uomini che siano a posto così come sono. Non le necessita che qualcuno abbia bisogno di lei per avere l’impressione di valere qualcosa.
Si permette di essere aperta e fiduciosa con chi lo merita; non ha paura di lasciarsi conoscere a un livello personale profondo, ma non si espone al rischio di essere sfruttata da chi non ha riguardo per il suo benessere.
Si domanda: “Questa relazione va bene per me? Mi consente di sviluppare tutte le mie possibilità e diventare quello che sono capace di essere?”.
Quando una relazione è distruttiva, è capace di lasciarla perdere senza sprofondare nella depressione, ha una cerchia di amiche che la sostengono e fanno del loro meglio per vederla uscire da una crisi.
Apprezza più di ogni altra cosa la propria serenità. Tutte le lotte, le tragedie e il caos del passato hanno perso il loro fascino, ha un atteggiamento protettivo verso sé stessa, la sua salute e il suo benessere.
Sa che una relazione, per poter funzionare, deve essere tra due partner che condividono valori, interessi e fini, e che siano entrambi capaci di intimità. Sa anche di essere degna del meglio che la vita può offrirle.
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