Avete appena finito
una intera confezione di biscotti o un pacchetto di merendine, quasi senza
nemmeno rendervene conto! Eppure non siete realmente affamati: avete consumato
da poco un normale pasto e il vostro stomaco non brontola. Sapete anche che
probabilmente dopo aver mangiato vi sentirete in colpa. Parliamo in questi casi
di “fame emotiva”, cioè una spinta a mangiare che non è connessa ad uno stato
di bisogno fisiologico (avete consumato il vostro normale pasto e lo stomaco
non brontola), ma che si sviluppa in risposta ad un’emozione come tristezza,
paura, noia, rabbia.
Mentre la fame
fisiologica è un bisogno concreto del corpo, che quando soddisfatto cessa
comunicando una sensazione di sazierà, la “fame emotiva” è più difficile da
soddisfare, in quanto risulta sostenuta dalla fonte di natura emotiva che l’ha
evocata. Quando la fame nervosa diviene sostanziale – e la persona attua molto
frequentemente “abbuffate” in conseguenza alle quali sperimenta un forte senso
di colpa -, può prendere la forma di un disturbo da alimentazione
incontrollata, tecnicamente detto “binge eating”.
Ecco alcune
piccole strategie, modi di pensare e di agire, per evitare di assumere calorie
quando non avete realmente fame.
1) Andate in cerca
della vostra “vera fame”
Se non siete
fisicamente affamati (come detto prima, il vostro stomaco non brontola e avete
da poco assunto un normale pasto), ma vi sentite incontrollabilmente attratti
da quella cheesecake rimasta sul ripiano superiore del frigorifero, può
significare che avete fame di qualcosa d’altro.
Potreste sentirvi affamati di un abbraccio, di una rassicurazione o di affetto. Potreste avere fame di una relazione, di un amicizia o di una lode. Fate una lista di ciò di cui avete “fame” in questo momento. Provate a riconoscere di avere fame di qualcosa che il cibo non può dare.
Potreste sentirvi affamati di un abbraccio, di una rassicurazione o di affetto. Potreste avere fame di una relazione, di un amicizia o di una lode. Fate una lista di ciò di cui avete “fame” in questo momento. Provate a riconoscere di avere fame di qualcosa che il cibo non può dare.
2) Parlate con il
cibo
Può sembrare una cosa
molto stupida, ma provate lo stesso a farla. Chiedete alla cheesecake: “Vuoi
abbracciarmi? Vuoi rassicurarmi? Vuoi essere mia amica?”. Ovviamente la
risposta è no. La cosa migliore che quella cheescake può fare è offrirvi un
momento di gratificazione temporanea, seguita dal rimorso. Potete offrire a voi
stessi molto più di questo.
3) Ricordate a voi
stessi che cosa succede dopo
Non è la prima volta
che avete voglia di mangiare per soddisfare la fame emotiva, e potrebbe non
essere l’ultima. Se quella fetta di cheesecake continua ad attrarvi,
ricordatevi di come vi sentirete dopo. Provate a dire a voi stessi: “Se mi
avvento sulla torta, poi probabilmente mi sentirò deluso, gonfio e frustrato”.
Ricordate a voi stessi: “Mangiare quella cheesecake potrebbe farmi stare bene
temporaneamente, ma la bella sensazione non durerà”.
4) Alimentare la
vostra vera fame
Se siete in cerca di
cibo per un nutrimento emotivo, come conforto quando siete tristi,
rassicurazione quando avete paura o amore quando vi sentite soli, fermatevi. Il
cibo non può rimediare alla vostra tristezza, paura o solitudine. Potreste
ottenere un po’ di sollievo quante state mangiando ma, in seguito, finito di
assaporare la cheesecake, vi ritroverete proprio dove avete iniziato, cioè
consapevoli della vostra tristezza, paura o della vostra fame di compagnia e
amore.
Riguardate l’elenco
fatto precedentemente di tutto ciò di cui potreste avere “fare”. Cercate di
rispondere a questi punti non ricorrendo al cibo. Se siete tristi, concedervi
di piangere potrà cominciare a darvi sollievo. Se avete paura e desiderate
rassicurazioni, accettate innanzitutto il modo in cui vi sentite. Avere paura è
utile e fisiologico. Poi rassicurare voi stessi che, nella grande maggioranza
dei casi, le cose possono essere gestite. Se vi sentite soli, ricordatevi che
state avendo la preziosa occasione di essere in compagnia di voi stessi. Stare
soli è un’esperienza fondamentale per ritrovare un autentico dialogo con i
propri bisogni. (…)
5) Datevi un po’ di
tempo
Potreste non essere
sempre in grado di affrontare il modo in cui vi sentite in un determinato
momento. A volte, potrebbe essere necessario prendere tempo e mettere da parte
i vostri sentimenti fino a quando non vi potrete prendere adeguatamente cura di
loro. Ciò non equivale a sopprimerli o fare finta che non esistano. Ve ne
prenderete cura, solo non in questo momento.
In queste situazioni,
provate a dire a voi stessi: “Ho una gran voglia di mangiare in questo momento,
ma so che la mia è fame emotiva (ho appena consumato un pranzo abbondante!).
Non ho il tempo, in questo preciso momento, di dedicare la mia piena attenzione
ai miei sentimenti affamati (perché sono al lavoro, o sto accompagnando i miei
figli a scuola o sto facendo altre attività). Mi prenderò cura di questi
sentimenti non appena potrò. Ma per ora mi limiterò a respirare e ad accettare
come mi sento, lasciando che i miei sentimenti si esprimano attraverso di me”.
E poi? Respirate, e respirate ancora e ancora. Se respirate lentamente anche solo per un minuto, potreste essere sorpresi di scoprire che il desiderio di mangiare diminuisce.
E poi? Respirate, e respirate ancora e ancora. Se respirate lentamente anche solo per un minuto, potreste essere sorpresi di scoprire che il desiderio di mangiare diminuisce.
Non è abbastanza?
Cercate di distrarvi. Bevete un bicchiere d’acqua, ingaggiate una conversazione
con un collega, rispondete alla mail che avete in sospeso. Fate il possibile
per prendere un po’ di tempo fino a quando la voglia di mangiare si
ridimensiona.
Nessun commento:
Posta un commento