giovedì 19 febbraio 2015

Fame emotiva? Come imparare a smettere di mangiare troppo


Avete appena finito una intera confezione di biscotti o un pacchetto di merendine, quasi senza nemmeno rendervene conto! Eppure non siete realmente affamati: avete consumato da poco un normale pasto e il vostro stomaco non brontola. Sapete anche che probabilmente dopo aver mangiato vi sentirete in colpa. Parliamo in questi casi di “fame emotiva”, cioè una spinta a mangiare che non è connessa ad uno stato di bisogno fisiologico (avete consumato il vostro normale pasto e lo stomaco non brontola), ma che si sviluppa in risposta ad un’emozione come tristezza, paura, noia, rabbia.
Mentre la fame fisiologica è un bisogno concreto del corpo, che quando soddisfatto cessa comunicando una sensazione di sazierà, la “fame emotiva” è più difficile da soddisfare, in quanto risulta sostenuta dalla fonte di natura emotiva che l’ha evocata. Quando la fame nervosa diviene sostanziale – e la persona attua molto frequentemente “abbuffate” in conseguenza alle quali sperimenta un forte senso di colpa -, può prendere la forma di un disturbo da alimentazione incontrollata, tecnicamente detto “binge eating”.
Ecco alcune piccole strategie, modi di pensare e di agire, per evitare di assumere calorie quando non avete realmente fame.
1) Andate in cerca della vostra “vera fame”
Se non siete fisicamente affamati (come detto prima, il vostro stomaco non brontola e avete da poco assunto un normale pasto), ma vi sentite incontrollabilmente attratti da quella cheesecake rimasta sul ripiano superiore del frigorifero, può significare che avete fame di qualcosa d’altro.
Potreste sentirvi affamati di un abbraccio, di una rassicurazione o di affetto. Potreste avere fame di una relazione, di un amicizia o di una lode. Fate una lista di ciò di cui avete “fame” in questo momento. Provate a riconoscere di avere fame di qualcosa che il cibo non può dare.
2) Parlate con il cibo
Può sembrare una cosa molto stupida, ma provate lo stesso a farla. Chiedete alla cheesecake: “Vuoi abbracciarmi? Vuoi rassicurarmi? Vuoi essere mia amica?”. Ovviamente la risposta è no. La cosa migliore che quella cheescake può fare è offrirvi un momento di gratificazione temporanea, seguita dal rimorso. Potete offrire a voi stessi molto più di questo.
3) Ricordate a voi stessi che cosa succede dopo
Non è la prima volta che avete voglia di mangiare per soddisfare la fame emotiva, e potrebbe non essere l’ultima. Se quella fetta di cheesecake continua ad attrarvi, ricordatevi di come vi sentirete dopo. Provate a dire a voi stessi: “Se mi avvento sulla torta, poi probabilmente mi sentirò deluso, gonfio e frustrato”. Ricordate a voi stessi: “Mangiare quella cheesecake potrebbe farmi stare bene temporaneamente, ma la bella sensazione non durerà”.
4) Alimentare la vostra vera fame
Se siete in cerca di cibo per un nutrimento emotivo, come conforto quando siete tristi, rassicurazione quando avete paura o amore quando vi sentite soli, fermatevi. Il cibo non può rimediare alla vostra tristezza, paura o solitudine. Potreste ottenere un po’ di sollievo quante state mangiando ma, in seguito, finito di assaporare la cheesecake, vi ritroverete proprio dove avete iniziato, cioè consapevoli della vostra tristezza, paura o della vostra fame di compagnia e amore.
Riguardate l’elenco fatto precedentemente di tutto ciò di cui potreste avere “fare”. Cercate di rispondere a questi punti non ricorrendo al cibo. Se siete tristi, concedervi di piangere potrà cominciare a darvi sollievo. Se avete paura e desiderate rassicurazioni, accettate innanzitutto il modo in cui vi sentite. Avere paura è utile e fisiologico. Poi rassicurare voi stessi che, nella grande maggioranza dei casi, le cose possono essere gestite. Se vi sentite soli, ricordatevi che state avendo la preziosa occasione di essere in compagnia di voi stessi. Stare soli è un’esperienza fondamentale per ritrovare un autentico dialogo con i propri bisogni. (…)
5) Datevi un po’ di tempo
Potreste non essere sempre in grado di affrontare il modo in cui vi sentite in un determinato momento. A volte, potrebbe essere necessario prendere tempo e mettere da parte i vostri sentimenti fino a quando non vi potrete prendere adeguatamente cura di loro. Ciò non equivale a sopprimerli o fare finta che non esistano. Ve ne prenderete cura, solo non in questo momento.
In queste situazioni, provate a dire a voi stessi: “Ho una gran voglia di mangiare in questo momento, ma so che la mia è fame emotiva (ho appena consumato un pranzo abbondante!). Non ho il tempo, in questo preciso momento, di dedicare la mia piena attenzione ai miei sentimenti affamati (perché sono al lavoro, o sto accompagnando i miei figli a scuola o sto facendo altre attività). Mi prenderò cura di questi sentimenti non appena potrò. Ma per ora mi limiterò a respirare e ad accettare come mi sento, lasciando che i miei sentimenti si esprimano attraverso di me”.
E poi? Respirate, e respirate ancora e ancora. Se respirate lentamente anche solo per un minuto, potreste essere sorpresi di scoprire che il desiderio di mangiare diminuisce.
Non è abbastanza? Cercate di distrarvi. Bevete un bicchiere d’acqua, ingaggiate una conversazione con un collega, rispondete alla mail che avete in sospeso. Fate il possibile per prendere un po’ di tempo fino a quando la voglia di mangiare si ridimensiona.


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