giovedì 25 febbraio 2016

Gli effetti psicosomatici del lutto


UK. "Morire d'amore": l'idea romantica trova fondamento scientifico nei laboratori dell'Università di Birmingham.






"Uniti nella vita e nella morte. Moglie e marito si spengono a poche ore di distanza".
«Tutti conosciamo storie di qualche anziano che muore e l'altro coniuge, perfettamente sano, se ne va poco dopo. Con lo stress da lutto (...) può succedere che se l'anziano vive un trauma (come una caduta o una broncopolmonite) diventi più sensibile a nuove infezioni» (*). A spiegarlo, la ricercatrice in Medicina comportamentale Anna C. Phillips, coautrice dello studio condotto all'Università di Birmingham e pubblicato sulla rivistaImmunity and Ageing il 29 agosto 2014 (*).
Lo studio. Phillips e colleghi (*) hanno comparato l'effetto dello stress da lutto sul sistema immunitario di persone sane giovani e anziane.
Lo studio ha coinvolto: 41 giovani adulti di circa 32 anni, di cui 21 in lutto e 20 non in lutto; e 52 anziani di circa 72 anni, di cui 26 in lutto e 26 non in lutto.
I partecipanti hanno compilato questionari sulle proprie caratteristiche socio-demografiche e sui comportamenti di salute. Sono state prese in esame variabili psicosociali e risultati degli esami clinici.
In particolare sono stati osservati: le funzioni dei neutrofili (*); la concentrazione nel sangue del cortisolo (*) e del Deidroepiandrosterone solfato o DHEA Solfato (*); il rapporto fra cortisolo:DHEA Solfato (*).
I ricercatori si sono avvalsi delle tecniche della statistica inferenziale ANOVA (analisi della varianza) e hanno confrontato i dati interni ai gruppi e fra i gruppi.
Le persone in lutto di entrambi i gruppi di età hanno riportato maggiori sintomi di depressione e ansia rispetto ai gruppi di controllo.
Ciò nonostante i giovani partecipanti in lutto hanno mostrato una robusta funzione dei neutrofili e uguali livelli dell'ormone dello stress anche rispetto ai coetanei non in lutto.
Le persone più anziane in lutto invece hanno evidenziato una chiara riduzione nella produzione di neutrofili, un aumento del cortisolo, una conseguente alterazione nell'equilibrio cortisolo:DHEAS e una maggiore produzione di ROS (*) che causa uno stress ossidativo.
Questo si traduce in un effetto immunosopressivo con conseguenze in senso deteriore a carico del sistema immunitario e nervoso.
«... dopo una perdita - chiarisce la Phillips - possiamo soffrire di una ridotta funzione dei neutrofili (...) essenziali a combattere infezioni e malattie, così noi diventano vulnerabili quando questo accade» (*).
Gli effetti negativi dello stress da lutto sul sistema immunitario sono quindi più gravi nelle persone anziane, che corrono maggiori rischi di contrarre infezioni o andare incontro a patologie, quali ad esempio infezioni, osteoporosi, diabete e gravi malattie cardiovascolari.
I ricercatori giungono quindi alla conclusione che le persone più giovani non accusino gli stessi effetti dello stress sul sistema immunitario rispetto al quelle più anziane: «non hanno mostrato alcun effetto dannoso del lutto sulla funzione dei neutrofili e sulla concentrazione dell'ormone dello stress» (*).
Ammettono però che questo sia in parte dovuto al fatto che i giovani non sono soggetti a immuno-senescenza e che il declino nella produzione di DHEAS avvenga naturalmente con l'avanzare dell'età, in particolare con l'andropausa.
Tuttavia ritengono che lo studio possa rivelarsi utile per progettare percorsi anti-stress e fornire il miglior supporto possibile alle persone più vulnerabili.

Anna Phillips ha aggiunto che, per aiutare le persone a lutto di fronte al rischio di stress, si potrebbe ricorre a integratori ormonali o prodotti analoghi, tuttavia questa non è l'unica soluzione e non può sostituire il sostegno psicologico e la vicinanza di familiari e amici nel corso di un periodo di lutto.

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