Nel mio lavoro mi è capitato spesso di confrontarmi con un fenomeno del quale si sta parlando molto in questi ultimi tempi: la procrastinazione. O evitamento
Poi spiegherò perché utilizzo questo termine – mutuato dalla psicologia cognitivo comportamentale – come sinonimo dell’altro.
L’etimologia del termine evidenzia come la parola latina procrastinare, composta da pro che significa “avanti” e crastinare (da crastinus – aggettivo di cras – che significa “domani“), contenga in sé un forte elemento di significazione legato al rimandare, allo spostare a domani, all’azione di svolgere in un momento successivo. Infatti, alcuni sinomini del termine sono:
- Differire
- Temporeggiare
- Rinviare
- Ritardare
- Rimandare
Questo fenomeno comportamentale può riguardare diverse aree della vita, ma si rende particolarmente evidente laddove rischia di provocare il danno maggiore: quindi nello studio, nel lavoro, nella gestione delle scadenze. Insomma in tutte quelle sfere di attività che richiedono una gestione temporale accurata e rispettosa di termini temporali specifici.
In un’intervista di Hara Estroff Marano, Joseph Ferrari e Timothy Pychyl hanno risposto costruendo una sorta di “ritratto” del procrastinatore DOC:
- Il 20 per cento delle persone si descrive come procrastinatore cronico.
- Non è un gioco, anche se la nostra cultura non ci porta a considerarlo un problema. Rappresenta un serio problema di auto-regolazione.
- La procrastinazione non è un problema di time management o di pianificazione.
- Procrastinatori si diventa, non si nasce.
- La procrastinazione è un anticipatore dell’utilizzo di alcool per le persone che bevono.
- I procrastinatori mentono a se stessi (con frasi del tipo “Starò meglio se lo farò domani“, oppure “Lavoro meglio sotto pressione“, o ancora “La pressione sul tempo mi rende più creativo“).
- I procrastinatori ricercano attivamente delle distrazioni, particolarmente quelle non troppo impegnative. Il continuo ed ossessivo controllo delle e-mail è un’attività praticamente perfetta in questo senso. La distrazione è un modo per tenere a bada le emozioni (come, per esempio, la paura del fallimento).
- Ci sono diversi modi di procrastinare, e diverse possono esserne le ragioni.
Ferrari individua tre tipi di procrastinatori:- i cercatori di eccitazione: aspettano l’ultimo minuto per vivere l’euforia da rush finale
- gli evitatori: possono evitare il fallimento, ma anche il successo. In entrambi i casi sono estremamente preoccupati di ciò che la gente potrebbe pensare di loro
- i procrastinatori decisionali: coloro che non riescono a prendere una decisione. Evitare la decisione li assolve dalla responsabilità dei risultati.
- La procrastinazione ha costi molto elevati, in termini di salute, di lavoro (specie se in team), di relazioni.
- I procrastinatori possono cambiare il loro comportamento, ma facendolo consumeranno molte energie psichiche. E tuttavia, questo non significa che si sentiranno trasformati internamente.
Di fatto viene considerata come una forma di auto-sabotaggio nei confronti di se stessi perché impedisce di portare a termine una determinata azione; impedendo in tal modo sia il successo che il fallimento.
In sostanza, il procrastinatore perfetto cerca di mantenere un equilibrio continuo tra ciò che fa e ciò che dovrebbe fare. Tra ciò che è e ciò che potrebbe essere.
Rimandando con mille espedienti, egli vuole evitare più o meno consapevolmente – a volte riuscendoci benissimo per lunghi periodi di tempo – qualcosa di spiacevole (da qui il legame con il concetto di evitamento), continuando a galleggiare in un indefinito ed ovattato limbo costituito da una serie infinita di attività banali e ripetitive (e-mail checking per esempio), che se da una parte lo priva del la soddisfazione di aver portato a compimento un’attività stabilita, dall’altra gli permette pur sempre di trovarsi nell’ambito delle cosiddette “infinite possibilità”.
Dove tutti siamo potenzialmente tutto.
Dove tutto è in potenza possibile.
LA PROCRASTINAZIONE COME TERRA DI NESSUNO… COME TEATRO IMMAGINARIO DELLE INFINITE POSSIBILITÀ… CHE SIA QUESTO IL SUO IRRESISTIBILE FASCINO?
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