Vorrei iniziare questo articolo ricordando un episodio
che ho vissuto direttamente mentre mi trovavo sul pullman in vista delle
vacanze di natale. L’autista mi fa accomodare e inizio ad osservare le persone
che mi stanno attorno. La mia attenzione viene subito attirata da un ragazzo in
divisa, che presenta svariati tic, alcuni molto evidenti. Ed è così che inizio
ad agitarmi, pensando principalmente al fatto che questo uomo, essendo un
carabiniere, ha sicuramente ha con se una pistola. Arrivati ad una stazione di
servizio decido subito di voler cambiare posto, e mi sposto dietro.
Inizio a riflettere e penso che spesso le cose accadono
per un motivo molto preciso, ed è così che do il via ad una ricerca su
internet, che mi porta al ricordo della sindrome de la Tourette e di altre
problematiche neurologiche legate ai tic nervosi. Ed ecco che mi ritrovo a
leggere i sintomi principali che insorgono nel bambino o nell’adolescente prima
dei 18 anni, che presenta tale sindrome:
• Ripetizione di tic sonori (versi, grida, fischi)
• Tic motori come movimenti ripetuti delle gambe o delle
mani
• Emissione di suoni involontari come stranuti e colpi di
tosse non legati a patologie fisiche
• Tic nervosi del viso come lo sbattere le palpebre in
rapida sequenza, contrarre la bocca, fare l’occhiolino
• Ripetizione di parole slegate dal contesto, con
predilezione per quelle scurrili
• Difficoltà di relazione con gli altri e tendenza
all’isolamento e alla depressione
• Sviluppo di disturbi di ansia, sindrome da iperattività
e deficit di attenzione (ADHD)
• Sviluppo di comportamenti ossessivo – compulsivi
Tutta questa casistica di sintomi non si manifesta sempre
in tutti i soggetti colpiti dalla sindrome di Tourette, ma affinché si possa
fare una diagnosi è necessario che ne siano presenti almeno la metà e che si
manifestino in modo più o meno accentuato in modo continuativo.
Ed è in questo momento che mi sento a disagio con me stessa
e con il mio pregiudizio e la mia ansia inizia ad alleviarsi. Mi rendo conto
che per l’ennesima volta ho lasciato che i mie pregiudizi e le mie paure
prendessero il sopravvento. Spesso ciò accade per tutte le persone.
Non è possibile vivere senza un pregiudizio, perché è
un’opinione che nel tempo ci si è costruiti attraverso l’esperienza e i vissuti
sperimentati sin da bambini nella propria famiglia. La riflessione sul mio
pregiudizio legato alle persone che mostrano apertamente una sofferenza di qualsiasi
genere, mi ha portato a riflettere su quanto per lui possa essere pesante tutto
il suo mondo, soprattutto se tutte le persone che incontra nel suo cammino
reagiscono come me alla vista dei suoi tic.
La verità è che
ciò che non conosciamo ci spaventa ed è di paura che si nutre il pregiudizio.
Quest’uomo mi ha insegnato che, soprattutto nel mestiere che mi sto apprestando
a fare, la psicologa, il pregiudizio diventa utile solo come esercizio a
sconfiggerlo, e come stimolo ad approfondire la conoscenza di qualsiasi
argomento possa spaventarmi solo perché sconosciuto.
Concludo citando un proverbio che parla così: “Ogni
volta che puntiamo un dito verso qualcuno, dobbiamo ricordarci che altre
quattro puntano verso di noi”.
Dott.ssa Spallino
Stefania Laureata in Psicologia clinica e della salute e Tirocinante presso la
Obiettivo Famiglia Onlus
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