Il
Mutismo Selettivo è un disturbo poco conosciuto e apparentemente raro
(prevalenza da 0.03 a 1%). Colpisce prevalentemente i bambini ed è
caratterizzato dall'incapacità di parlare in alcuni contesti sociali,
nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Sono
bambini che a casa non stanno mai zitti, mentre fuori o in presenza di
estranei, in luoghi pubblici o in contesti sociali, come l'asilo o la scuola,
non riescono a parlare.
Non
è un fenomeno dovuto a qualche disfunzione organica o a un'incapacità correlata
allo sviluppo, ma è un disturbo legato all'ansia. I bambini con Mutismo
Selettivo sono particolarmente sensibili e spesso il loro atteggiamento viene
interpretato come eccessiva timidezza.
Classificazione del mutismo
selettivo
Il
DSM V (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) classifica il
mutismo selettivo come caratterizzato da:
Costante
incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche, in cui ci si aspetta
che si parli (per es. a scuola), nonostante sia in grado di parlare in altre
situazioni
La
condizione interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la
comunicazione sociale
La
durata è di almeno un mese (non limitato al primo mese di scuola)
L'incapacità
di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce o non si è a proprio agio
con il tipo di linguaggio richiesto con la situazione sociale
La
situazione non è meglio spiegata da un disturbo della comunicazione e non si
manifesta esclusivamente durante il decorso di disturbi dello spettro
autistico, schizofrenia o altri disturbi psicotici.
Questa
la classificazione categoriale.
Ma cosa prova il bambino?
Le
principali risposte emotive del bambino che soffre di mutismo selettivo sono:
Inadeguatezza e incapacità: il
bambino vive una costante attivazione di pericolo e di disagio nelle situazioni
non familiari conpercezione di incapacità e di svalutazione personale
Paura del giudizio altrui:
idea che gli altri giudicheranno sempre negativamente quello che dice e che fa;
Vergogna e metavergogna:
paura di provare vergogna e di mostrare agli altri di vergognarsi.
La
reazione comportamentale maggiormente messa in atto risulta quindi essere
quella dell'evitamento: ma il "congelamento" della comunicazione
verbale non è, come si credeva una volta, un comportamento manipolatorio e
controllante, quanto una strategia di difesa di fronte all'incapacità percepita
di fronteggiare le richieste ambientali.
Il
bambino con mutismo selettivo è particolarmente sensibile ai segnali, agli
sguardi e alle attenzione che possono inviare le persone estranee. Nello
specifico possono avere un'ipersensibilità alla critica e sentirsi a disagio nell'essere
osservati o in generale quando sono al centro dell'attenzione, avendo paura di
essere giudicati negativamente, derisi dagli altri proprio perché si
autosvalutano, si percepiscono incapaci. È inutile e controproducente
focalizzarsi sulla necessità che il bambino parli: è proprio questa aspettativa
a bloccarlo sempre di più. Ciò su cui è indispensabile lavorare è l'autostima
del bambino; solo da qui potrà trovare la forza di "farsi sentire"
agli occhi del mondo.
Il mutismo selettivo a
scuola
La
scuola è il luogo principale in cui vengono rivolte richieste prestazionali al
bambino e il fatto di non riuscire a comunicare verbalmente diventa grande
causa di imbarazzo e sempre maggior frustrazione, sia per il bambino che per la
sua famiglia. Per questo è necessario fare gruppo tra famiglie e scuola, per
poter accogliere nel modo più cauto possibile un bambino che ha tanta
difficoltà ad entrare
nel
mondo sociale, utilizzando strategie volte a superare questa ansia patologica.
Questo può avvenire, ad esempio, attraverso l'uso di un atteggiamento neutrale
rispetto al non parlare, il rinforzo di contenuti delle comunicazioni non
verbali attraverso l'uso di materiale alternativo e l'incremento della
relazione tra pari in piccoli gruppi.
I
"Bisogni Educativi Speciali" (BES) (espressione entrata nel vasto uso
in Italia dopo l'emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012
"Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica") sottolineano che
"L'area
dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile
esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che
presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni:
svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o
disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della
cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse"; per
questo è indispensabile e necessario personalizzare l'insegnamento scolastico e
la modalità educativa.
Se
l'ansia non viene curata, attraverso aiuti alla famiglia e alla/della scuola i
problemi possono notevolmente aumentare: isolamento sociale, ritiro scolastico,
risultati scolastici mediocri e alla lunga anche problematiche depressive.
I
bambini che soffrono di mutismo selettivo non scelgono di essere silenziosi.
"Cos'è
il mutismo selettivo? E' una vivace e intelligentissima bambina di 9 anni che
balla e canta a squarciagola a casa, ma a cui "il mostro della paura tappa
la bocca" e non le permette di far uscire alcuna parola appena fuori
casa."
Per
approfondimenti consiglio il libro di E. Shipon-Blum "Comprendere il
mutismo selettivo", Edizione La Meridiana, una semplice guida per
genitori, insegnanti e terapeuti.
Nessun commento:
Posta un commento