La
morte, all’interno della famiglia, produce due effetti: il primo è su chi
muore, come fine ed interruzione della propria vita; il secondo è su chi rimane
ed è il prezzo che si paga all’impatto profondo e violento che tali eventi,
inevitabili ed obbligati, hanno sulla famiglia.
Cosa
avviene in famiglia in seguito alla perdita di un componente?Il lutto in
famiglia è la semplice somma dei lutti individuali o possiede delle qualità
peculiari? Esiste il lutto di tutta della famiglia? Crediamo di si, poiché la
morte in famiglia comporta molteplici perdite: della persona deceduta, dei
ruoli, dell’unità familiare, delle speranze e della raffigurazione stessa del
futuro
Nella
letteratura legata alla famiglia ed al lutto, si esplicita il carattere
simbolico del legame familiare e dello scambio fra le generazioni, la morte
rappresenta il momento privilegiato e necessario per questo passaggio. Il
principale compito della famiglia è quello di riattualizzare il rapporto tra
vivi e morti attraverso il trasferimento del sistema dei valori. Il concetto di
passaggio consente di dare senso alla morte e di dare all’evento luttuoso una
funzione positiva. All’interno della famiglia si ricercano le risorse familiari
al fine di contestualizzare il dolore familiare e non cadere nella patologia.
Lo stress della morte è l’evento più potente che una famiglia si trovi ad
affrontare, per questo è necessario attivare tutte le sue risorse per resistere
alle forze destabilizzatici che si scatenano nell’immediato. Come sostiene
Bowen in un sistema di comunicazione chiuso un individuo non è libero di
comunicare pensieri, sentimenti e fantasie a causa della dipendenza emotiva
dall’altro: si tratta di un riflesso automatico di difesa del sé dall’ansia
dell’altra persona che limita la capacità di condivisione all’interno della
relazione a due.
Alcune
variabili orientano l’esito dell’elaborazione del lutto e il successo o meno
delle strategie finalizzate ad affrontare l’evento: la qualità
dell’organizzazione familiare; la flessibilità o rigidità del sistema
familiare; il livello di coesione tra i membri della famiglia; il ruolo e la
funzione della persona scomparsa; le modalità della morte
L’evento
morte non è un passaggio da una fase all’altra della vita, ma la trasformazione
di una condizione di vita. È un passaggio che attiva soprattutto aspetti
simbolici: la morte obbliga i familiari a confrontarsi con l’inevitabilità del
distacco e a procedere ad un lavoro di consegne e di distribuzione delle parti.
E’ un passaggio di valori, tradizioni ed atteggiamenti e di mandati familiari.
In famiglie con conflitti irrisolti questo passaggio sarà ancora più
problematico.
La
famiglia, per superare l’evento luttuoso, si trova ad affrontare delle tappe:
accettazione della perdita; riorganizzazione della comunicazione e dei ruoli
familiari; riorganizzazione delle relazioni con il mondo esterno;
riaffermazione del sentimento di appartenenza al nuovo sistema familiare che
emerge dal precedente; accettazione dell’ingresso in una nuova tappa del ciclo
vitale.
Quali
sono le principali risposte familiari al lutto?
1)
Il silenzio, non se ne parla. Accade in famiglie con lutti irrisolti
2)
Si colpevolizza per mantenere il controllo. Famiglie con capri espiatori
3)
Famiglie in cui si evita l’intimità per paura di perdere il controllo
4)
Famiglie in cui tutto deve continuare come prima, il posto vuoto deve essere
riempito per non indebolire il sistema familiare
5)
Famiglie per cui la perdita è caos e rischio(stanze lasciate intonse dalla morte)
6)
Famiglie che condividono i sentimenti li tollerano e condividono gli stress.
L’elaborazione del lutto procede attraverso l’attenzione e la consolazione
reciproca.
Ci
sono dei sintomi familiari che ci aiutano a capire quando l’evento luttuoso
diventa un problema:
1)
Diminuzione della comunicazione, cambiamento nelle relazioni, chi parla a chi
2)
Riconnessione o distacco di alcuni membri della famiglia
3)
Confusione nella gerarchia familiare, nei ruoli
e negli agiti dei membri della famiglia
4)
Isolamento rispetto al contesto esterno
5)
Ritiro dagli amici e dalle reti di supporto
6)
Iperprotettività dei membri, chiusura
In
alcune famiglie possiamo osservare delle risposte disfunzionali che non aiutano
a superare il lutto, ma che congelano la famiglia impedendole di andare avanti
lungo il suo percorso evolutivo e queste risposte sono: idealizzare la persona
scomparsa; identificarsi con la persona scomparsa; una chiusura della famiglia
che provoca invischiamento e che ostacola l’elaborazione individuale del lutto;
promuovere il segreto familiare proteggendo l’onore familiare (frequente in
casi di suicidio); promuovere ruoli inadeguati come l’attribuire ad un figlio
un ruolo genitoriale dopo la morte del genitore; dipendenza da riti religiosi o
tradizioni culturali, ricerca dell’aldilà; congelare il dolore.
Un
buon aiuto per risolvere in modo efficace un evento luttuoso viene dato dalla
qualità delle relazioni familiari, più le relazioni sono insoddisfacenti e più
l’evento morte sarà visto come negativo e fonte di stress.
In particolare, il rapporto genitori/figli è legato alla qualità della
relazione. Spesso i genitori hanno delle alte aspettative riguardo alle
responsabilità filiali, che se vengono disattese generano sensi di colpa e
vissuti abbandonici nei genitori anziani. I figli, da parte loro, sperimentano
un senso di fallimento per le aspettative disattese e di conseguenza, un’incapacità
ad esprimere gratitudine verso i genitori, per i rapporti tesi e conflittuali
che si generano. Nelle famiglie dove non ci sono “conti in sospeso tra le
generazioni, si hanno sentimenti diversi: la generazione anziana che si
avvicina alla morte prova nostalgia per il passato, dolore e paura. Questo
perché la generazione anziana ricapitola la vita e riconosce ciò che ha
ricevuto e ciò che ha dato. I figli esprimono riconoscenza con comportamento di
aiuto e con prestazione di supporto. La cura di riconoscenza è finalizzata al
mantenimento dei legami. Si realizza così, sia per la generazione dei genitori
che per quella dei figli, la gratitudine per il dono della vita, in questo modo
si riconoscono i legami familiari che, invece, vengono rifiutati o negati
quando c’è il disconoscimento della gratitudine.
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